Hanno rivelato la loro identità i compratori di Everydays - The First 5000 Days, l’opera di Crypto Art di Beeple (Mike Winkelmann) venduta in asta da Christie’s per la somma record di 69,3 milioni di dollari (abbiamo raccontato su queste pagine la storia nei dettagli). Finora erano noti solo i loro pseudonimi, Metakovan e Twobadour, fondatori del fondo d’investimento Metapurse. Si tratta degli indiani Vignesh Sundaresan (Metakovan) e Anand Venkateswaran, che hanno costruito la loro fortuna nel mondo delle criptovalute: i due hanno rivelato la loro identità con un lungo post sul blog della loro azienda, ma hanno rivelato anche molto altro.
Intanto, il motivo del loro acquisto: “il punto”, hanno spiegato Sundaresan e Venkateswaran, “era di dimostrare agli indiani e alle persone di colore che anche loro possono essere padroni, che il mondo cripto è un modo per rendere più equo il potere tra l’Occidente e il resto del mondo, e che il sud del mondo sta arrivando”. I due hanno poi raccontato la loro storia. Sundaresan ha rivelato che, nel 2013, quando ha scoperto il mondo dei bitcoin, era senza un soldo. Venkateswaran invece è arrivato in questo ambiente quattro anni dopo, convinto proprio da Sundaresan: i due hanno creato il loro successo finanziario lavorando in questo settore, con la creazione di servizi per lo scambio di criptovalute (tra i quali una rete di ATM per i bitcoin) e con investimenti in questo ambito.
Con il fondo Metapurse (“specializzato nell’identificare progetti nelle prime fasi d’implementazione attraverso l’infrastruttura della blockchain, opere d’arte, oggetti da collezioni, e proprietà virtuali”, specificano i due), Sundaresan e Venkateswaran hanno cominciato anche a investire in Crypto Art, con l’idea che l’arte virtuale sarà “fondamentale, bella, digitale, crittografata, immagazzinata on-chain”, e soprattutto sulla base del fatto che “la decentralizzazione digitale garantisce la decentralizzazione culturale: chiunque può creare arte con NFT, chiunque può comprarla, chiunque può vederla, chiunque può farsi ispirare da lei. Le culture dominanti hanno la tendenza a dominare, a centralizzare”. Secondo questa visione, la Crypto Art è un modo per creare uno spazio aperto a diverse culture, stili di vita, ideologie. “Un’opportunità per trovare la tua tribù, non conta da dove vieni”, dicono i due fondatori di Metapurse. “E questo è potente, è il futuro”.
I due parlano anche di un “Rinascimento NFT”, ed elencano i progetti che hanno supportato nel settore artistico, incluse alcune piattaforme per lo scambio di opere d’arte, e diverse mostre virtuali. E secondo loro, Beeple è “l’artista della nostra generazione. Guardate alla prima immagine, in alto a sinistra, della serie Everyday, fino ad arrivare a quella in fondo a destra. La storia delle 5.000 immagini è semplice. Cominciate da qualcosa, siate genuini, siate costanti, lavorate sodo, e avrete successo". Sundaresan e Venkateswaran hanno anche annunciato che innalzeranno un monumento all’opera, senza però specificare ulteriori dettagli.
Infine, i due investitori digitali hanno manifestato l’intenzione di supportare il giornalismo pro-NFT: Sundaresan e Venkateswaran hanno già annunciato la Metapurse Fellowship, una borsa che verrà erogata a cinque “storyteller” che racconteranno “storie affascinanti” sul mondo cripto. I due mettono sul piatto 500mila dollari divisi in cinque borse: gli “storyteller” selezionati verranno pagati 100.000 dollari all’anno, divisi in dodici mensilità. Le condizioni sono tre: avere un portfolio di lavori già consultabili, aver creato personalmente almeno un NFT, e non essere “anti-coiners”, ovvero essere persone che hanno dimostrato di non nutrire scetticismo o di non aver fatto critiche alle criptovalute, alla cripto arte e così via. Insomma, i due saranno anche per creare spazi aperti e per decentralizzazione, ma hanno già capito che per farlo serve anche... comprarsi le persone che dicano quanto è bello.
Nell’immagine, l’opera di Beeple venduta a 69 milioni di dollari
I compratori della cripo-opera da 69 mln si svelano. E vogliono finanziare giornalismo pro-NFT |