Durissima posizione da parte di AGTA - Associazione Guide Turistiche Abilitate sulla riapertura dei musei in zona gialla e solo nei giorni feriali, che parla molto apertamente di una “presa in giro” e di una norma studiata probabilmente con l’obiettivo di far passare l’idea che aprire i musei sia troppo costoso, per rendere dunque più facile una loro ipotetica chiusura in futuro. È quanto si legge in una nota firmata dalla presidente di AGTA, Isabella Ruggiero.
“Non siamo intervenuti negli ultimi mesi sulla questione della chiusura ad oltranza dei siti della cultura, sebbene sia stato un provvedimento che non approvavamo e che è risultato estremamente doloroso e dannoso per tutti noi che svolgiamo la professione in tali luoghi”, afferma Ruggiero. “Ci eravamo astenuti, consci dei problemi gravissimi in cui si trova il paese e rispettosi delle categorie al lavoro in prima linea per salvare vite. Apprezziamo il fatto che il Ministro Franceschini abbia sostenuto la riapertura dei musei, ma quello che il Governo alla fine ha partorito ci appare sinceramente una presa in giro”.
Perché questa posizione? “Il DPCM”, dice Ruggiero, “di fatto vieta l’apertura di sabato e domenica, che sono gli unici giorni in cui c’è una maggiore possibilità di visite. Durante i feriali i musei erano frequentati da turisti, scolaresche e pensionati: i turisti non ci sono, le gite scolastiche sono vietate e le persone anziane cercano di non uscire per evitare il contagio. Considerato che sono vietati gli spostamenti tra regioni, è bloccato anche il turismo interno; quindi, a volere/potere visitare i musei possono essere solo i residenti e al massimo gli abitanti dei comuni circostanti. Peccato che i residenti sono quelli che normalmente dal lunedì al venerdì lavorano e non hanno tempo per visitare i monumenti. Qual è il senso di vietare l’apertura durante il fine-settimana? Si teme una folla di turisti come una volta? I musei e i monumenti sono siti a bigliettazione nei quali è facilissimo contingentare i numeri: ogni direzione decide se far entrare solo 1 o 10 persone a sala. Già durante l’estate scorsa infatti si sono rivelati i luoghi più sicuri d’Italia, sulla base delle norme rigidissime imposte dalle direzioni e che hanno reso i musei luoghi quasi deserti, mentre la gente si accalcava nei bus, nei luoghi della movida o sulle spiagge, o addirittura nei centri commerciali. Quindi, se la ragione della chiusura nei fine-settimana fosse la paura delle folle, sarebbe una paura completamente illogica e infondata”.
“Sappiamo”, prosegue Ruggiero, “che l’elemento più critico nelle nostre città è costituito dai trasporti; allora forse il legislatore si preoccupa che i lavoratori dei musei e i possibili visitatori affollino i bus per andare ai musei? Non ha senso, perché i trasporti sono pieni e in crisi proprio nei giorni feriali e molto più vuoti il sabato e domenica”.
Ma c’è anche altro secondo AGTA: “L’altro elemento che colpisce la nostra attenzione è che i musei potranno essere riaperti solo in fascia bianca e gialla, sebbene il Governo abbia chiaramente detto che nelle prossime settimane sarà molto probabile che quasi tutte le regioni si colorino sempre di più. Da domani, solo 5 regioni e una provincia autonoma saranno in fascia gialla e solo in quelle i direttori avranno la possibilità di riaprire, se vogliono. Infatti i maggiori siti della Campania (Pompei, Ercolano, Caserta) hanno già pubblicato la nota di riapertura e ne siamo felici. Nessuno si chiede come si pensa di gestire questa normativa, sapendo che da un giorno all’altro una regione può cambiare in arancione? Auguriamo alla Campania di diventare presto addirittura bianca, ma se dovesse virare sull’arancione questi siti chiuderebbero di nuovo da un momento all’altro. Quindi aprono dal lunedì al sabato ma a patto che il Ministro della Salute non passi l’intera regione a un altro colore. Quanti siti e musei riapriranno a questo condizioni assurde? Quasi nessuno”.
Perché dunque questa decisione? “Siccome riteniamo che tutto questo sia troppo folle per essere concepito per sbaglio”, conclude Ruggiero, “siamo purtroppo arrivati alla conclusione che tali norme si spiegano solo con la volontà di rendere inutile l’apertura e di lasciarli chiusi. Così poi si dirà che i musei sono risultati vuoti e che comunque è troppo costoso aprirli e chiuderli continuamente. Le nuove norme appaiono come la diabolica risposta a chi ha protestato negli ultimi mesi contro la chiusura. La maggior parte della gente ha recepito solo l’annuncio della riapertura e registra tale notizia come positiva, ma chi è del settore ha capito che di fatto non riaprirà quasi nulla. E soprattutto che nei prossimi mesi le aperture/chiusure saranno automaticamente legate alla situazione sanitaria, togliendo la responsabilità della decisione al MIBACT. Un applauso a chi ha ideato questa soluzione, che fa rimbalzare una questione del settore ’beni culturali-turismo’ alla sanità. E che rende tutti felici e ’mazziati’”.
Guide turistiche dure sui musei aperti nei feriali e in zona gialla: “una presa in giro” |