È situazione di emergenza all’Archivio di Stato di Firenze. Professori e ricercatori universitari denunciano una situazione di “grave emergenza a causa della mancanza di personale”, sottolineata in una lettera inviata al ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli e al direttore generali degli archivi. Gli studiosi chiedono quindi una verifica sulle decisioni della direttrice Monica Grossi e soprattutto un intervento per potenziare gli organici: “stiamo facendo una figuraccia internazionale”, sottolineano i settanta firmatari della lettera.
L’Archivio di Stato di Firenze, denunciano gli accademici, ha subito fin da gennaio una drastica riduzione degli orari di apertura della sala studio, inoltre ci sono rallentamenti e disservizi sui libri dati in consultazione (“un libro chiesto dopo le 11:30 del lunedì”, si legge nella lettera, “se va bene lo si può consultare solo dopo le 10:30 del mercoledì”). Questa situazione “lede gravemente i diritti di docenti, ricercatori e dottorandi, che frequentano l’Archivio per compiere ricerche connesse a precisi impegni lavorativi” e “danneggia gravemente i colleghi stranieri che approfittano dei mesi estivi per venire a lavorare nell’archivio di Firenze e che, magari, hanno da tempo programmato e prenotato il loro soggiorno in città”.
Nel frattempo, le attività dell’Archivio di Stato vanno avanti soprattutto grazie alla “piena disponibilità dei dipendenti”, come sottolineato da Monica Grossi, ma la penuria di personale rischia di incidere in maniera molto negativa sul lavoro nell’importante istituto fiorentino, uno degli archivi più importanti d’Italia, attivo dal 1852 quando fu fondato dal granduca Leopoldo II di Toscana. E il pericolo, fanno notare i sottoscrittori dell’appello al ministro, è il collasso dell’istituto stesso.
Nell’immagine: l’Archivio di Stato di Firenze. Ph. Credit Francesco Bini
All'Archivio di Stato di Firenze “grave emergenza per mancanza di personale” |