Stanno facendo il giro del web le foto dell’abbattimento di Villaggio Zaccaria a Giugliano in Campania, un feudo baronale risalente al Settecento, ma in realtà frutto della ristrutturazione di un complesso medievale a sua volta edificato sui resti di una villa romana. Il villaggio è stato distrutto per far posto a un complesso residenziale composto da 48 villette, da supermercati e da piscine. Il parco residenziale è stato chiamato “Borgo Zaccaria”, è stato progettato da Open Project srl e nel sito web dell’azienda è presentato come “recupero abitativo di volumi fatiscenti grazie all’applicazione del piano casa legge regionale 19/09 con la demolizione di volumi esistenti e la realizzazione di nuovi edifici moderni e l’ampliamento del 35% del volume preesistente”.
Il complesso, nel Settecento, fu dotato di una chiesa, dedicata a San Francesco, con decorazioni a stucco tardobarocche (anche in questo caso sull’impianto di un precedente edificio risalente probabilmente al Cinquecento), e constava di una corte attorno alla quale erano disposte alcune case e altri edifici. La demolizione è stata autorizzata dall’amministrazione comunale di Giugliano in Campania, e ci si domanda pertanto se il complesso non poteva essere recuperato. Niente di illegale, tutto perfettamente legittimo: ci si domanda però quanto l’intervento sia stato opportuno.
“Si trattava”, ha spiegato su Facebook Fely Di Girolamo, architetto che lo scorso anno ha discusso la sua tesi proprio sul Villaggio Zaccaria, “di una vera e propria sperimentazione sociale, come quella che ad esempio oggi conosciamo come la Real Colonia di San Leucio/Ferdinandopoli. Per non parlare della Chiesa di San Francesco. La cupola retta da quattro pilastri affrescata con scene sacre, gli stucchi e i decori. Una bellezza architettonica. Quel borgo stava lì dal XVII secolo. Quel borgo raccontava qualcosa del popolo giuglianese, di noi. Il borgo di San Zaccaria è stato oggetto della mia tesi magistrale in Architettura, ho lavorato insieme ad altre persone per circa un anno alla realizzazione di una ricerca storica incentrata su quella ‘masseria” che in realtà è stata tutt’altro che una masseria. Quel borgo da ieri non c’è più perché stiamo distruggendo tutto, perché sono infinite le cose da valorizzare che abbiamo ma non facciamo nulla”.
A dare risalto nazionale alla demolizione di Villaggio Zaccaria è stata la senatrice pentastellata Margherita Corrado, che ha rilanciato il post di Claudia Procentese, giornalista locale, condiviso centinaia di volte, nel quale si constata amaramente che “Giuliano è conosciuta come terra dei fuochi”, ma “potrebbe essere conosciuta per altro”.
Nella foto di Claudia Procentese, un edificio del villaggio prima e dopo la demolizione.
A Giugliano in Campania demolito villaggio del '700 per costruire villette |