Il Financial Times racconta Giorgio Morandi come “artista che ha abbracciato il blocco”


Giorgio Morandi raccontato in un articolo sul Financial Times, pubblicato in questi giorni. L’autrice è la critica d’arte Rachel Spence.

Giorgio Morandi raccontato sul Financial Times: alcuni giorni fa è stato pubblicato sul sito del celebre quotidiano economico-finanziario l’articolo dal titolo Il mondo interiore di Giorgio Morandi, un artista che ha abbracciato il blocco, scritto dalla critica d’arte Rachel Spence, partendo dall’attuale condizione di lockdown per emergenza sanitaria COVID-19. La critica d’arte ha raccontato come l’enigmatico pittore italiano seppe trovare ispirazione per la sua straordinaria vicenda artistica in una condizione di confino autoimposto durante gli anni del regime fascista e oltre. Qui il link all’articolo sul Financial Times.

Nel suo articolo, Spence definisce Giorgio Morandi “un compagno ideale per quelli di noi che stanno affrontando il confino domestico” ricordando come egli “lasciasse di rado la sua città natale, a sua volta avvolta in un’aria di solitudine, grazie alla posizione circondata da terreni e alla pletora di torri medievali e logge oscure. Oltre a un viaggio in Svizzera, escursioni nella casa estiva della famiglia a Grizzana e occasionali incursioni in Italia per assistere alle sue mostre, Morandi rimase all’interno dello spartano atelier-appartamento in via Fondazza che condivideva con le sue tre sorelle, Anna, Dina e Maria Teresa”.

Nell’ambito dell’iniziativa digitale 2 minuti di MAMbo, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna racconta in pillole video, attraverso lo sguardo di vari ospiti, la collezione permanente, il Museo Morandi, le attività di mediazione del Dipartimento educativo e la mostra temporanea AGAINandAGAINandAGAINand.

In questi giorni, il silenzioso universo morandiano viene rievocato anche nel video Poetic Tranquillity, visibile sul canale YouTube de Il Libro The Magazine of Italian Art, rivista londinese interamente dedicata all’arte italiana, nato da un’idea della galleria Voena + Robilant: sono disponibili  immagini dello studio atelier in cui Morandi visse e lavorò fino alla sua scomparsa nel 1964, ovvero l’attuale sede di Casa Morandi aperta al pubblico dal 2009.

Nel primo numero del periodico semestrale, pubblicato lo scorso novembre, l’artista è stato celebrato con due contributi: uno di Christian House sull’influenza della pittura morandiana sul cinema italiano da Federico Fellini a Luca Guadagnino, e l’altro di Laura Mattioli che ricostruisce come, a partire dalla metà degli anni Novanta, il lavoro di Morandi, al pari di quello di pochissimi altri artisti, sia stato sempre più considerato un punto di riferimento fondamentale e una fonte di ispirazione per generazioni di artisti che utilizzano non solo il linguaggio della pittura, ma anche quello della scultura e della fotografia con esiti apparentemente distanti dalla sua tecnica e dalla sua poetica.

Giorgio Morandi scrisse: “Si può viaggiare per il mondo e non vedere nulla. Per raggiungere la comprensione è necessario non vedere molte cose, ma guardare attentamente ciò che vedi”.

Nell’immagine, Casa Morandi. Ph.Credit Roberto Serra

 

Il Financial Times racconta Giorgio Morandi come “artista che ha abbracciato il blocco”
Il Financial Times racconta Giorgio Morandi come “artista che ha abbracciato il blocco”


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