Com’era prevedibile, il Getty Museum di Los Angeles non intende mollare la presa sull’Atleta di Lisippo a seguito del sequestro immediato disposto alcuni giorni fa dal Gip di Pesaro. Il museo statunitense intende infatti ricorrere in Cassazione, benché la Procura di Pesaro confidi in una risoluzione della questione a favore dell’Italia: l’antica opera in bronzo, attribuita al grande scultore greco Lisippo, fu pescata nel 1964 al largo delle coste di Fano (la scultura è quindi nota anche come “l’atlata di Fano”), fu poi esportata clandestinamente negli Stati Uniti, e a seguito di alcuni passaggi finì al Getty Museum. Dopo anni di battaglie legali si era giunti al provvedimento di alcuni giorni fa, ma Ron Hartwig, portavoce del museo, sostiene che non ci siano i presupposti per una restituzione dell’opera all’Italia. Nel frattempo il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, invoca la strada della diplomazia per risolvere la spinosa questione.
L’auspicio del ministro, ha dichiarato lo stesso Bonisoli all’ANSA, è che “si possa arrivare attraverso un canale di diplomazia culturale a un accordo con il Getty Museum utile a riconoscere la proprietà italiana della statua e a prevederne il rientro nel nostro Paese, in modi e termini reciprocamente vantaggiosi”. Difficile però pensare che il Getty possa cedere, così la strada più praticabile al momento sembra proprio quella legale, e la procura di Pesaro, per voce del sostituto procuratore Silvia Cecchi, si dice fiduciosa: “L’annunciato ricorso in Cassazione da parte del Getty Museum non ci preoccupa affatto”, e questo perché il Getty utilizza, secondo la Procura, “tesi consunte, dibattute e giudicate. E sappiano che passati altri sei o sette mesi, i rinvii saranno finiti per sempre”.
Il Getty non vuole cedere sull'Atleta di Lisippo e annuncia che farà ricorso |