Genova, progetto per riqualificare Prè prevede abbattimento di edifici e rischia scontro con l'Unesco


A Genova il progetto ’Prè_visioni’ prevede la riqualificazione del quartiere di Prè ma anche l’abbattimento di edifici e potrebbe causare scontro con l’Unesco.

A Genova è partita la fase operativa del progetto di riqualificazione del quartiere di Prè, intitolato Prè_visioni (qui la presentazione del progetto): la “rigenerazione urbana” interverrà sul quadrante compreso tra alcune importanti vie del centro storico del capoluogo ligure (via Balbi, via Gramsci, piazza del Principe e via delle Fontane). Si tratta di una significativa porzione del centro storico, in una delle zone più belle e a più alta concentrazione di monumenti della città: nel quadrilatero circoscritto dalle quattro vie si trovano infatti Palazzo Reale, Palazzo Balbi Senarega, la basilica della Santissima Annunziata del Vastato, la Commenda di San Giovanni di Prè, la chiesa dei Santi Vittore e Carlo, la Porta dei Vacca. Il progetto del Comune, che prevede la collaborazione di Urban Lab e della Facoltà di Architettura dell’Università di Genova, intende fondarsi su tre pilastri: ambiente, sociale e sviluppo economico.

L’idea, spiegava lo scorso aprile Simonetta Cenci, assessore all’urbanistica del Comune di Genova, è quella di iniziare con dei micro interventi, “per poi avviare un vero progetto complessivo di riqualificazione del quartiere”. “Gli esempi reali di rigenerazione urbana, come quello di Piazza Sarzano”, continuava l’assessore, “hanno dimostrato che gli interventi ’cantieristici’ non sono la chiave per la rinascita del cuore storico della città. L’impulso più efficace viene dal far ’vivere’ le zone da utenze variegate con attività, non solo commerciali e residenziali, ma piuttosto da quelle che possono innescare processi virtuosi, costanti e continui nel tempo”. Nei giorni scorsi, in concomitanza con l’avvio della fase operativa, l’assessore ha affermato che “l’amministrazione pubblica, continuando il lavoro in cooperazione con la Scuola Politecnica, sta valutando come trasformare lo studio sinora sviluppato in un progetto di fattibilità, con un cronoprogramma dei prossimi tre anni e, ovviamente, con una programmazione degli indispensabili finanziamenti (pubblici e privati) per la realizzazione del progetto di rigenerazione”. Renata Morbiducci, docente di architettura tecnica presso l’ateneo genovese, ha aggiunto che il progetto partirà con interventi fattibili e realmente realizzabili, che possano ridare vita a un quartiere che molti in città considerano difficile, ma che ha grandi potenzialità, e che possano aprirlo verso il mare e verso la Stazione Marittima, ovvero verso una delle zone più frequentate e ad alto appeal turistico di Genova. Uno degli obiettivi è, infatti, anche quello di stimolare l’apertura di attività commerciali in zona.

Ci sono però almeno due misure del progetto che stanno facendo discutere: la prima è l’abbattimento di due edifici nella parte iniziale di via Prè, che saranno demoliti allo scopo di ricavare due piazzette, in modo da “far penetrare la luce del giorno in una delle parti più strette e buie della strada” (così in una nota), e l’altra è lo spostamento del Mercato dello Statuto, una struttura in ferro battuto e vetro risalente ai primi del Novecento, che sarà traslato in una diversa zona del centro, probabilmente in via Fanti d’Italia, nei pressi della stazione di Genova Piazza Principe.

Gli abbattimenti e il cambio di skyline che si verificherebbe con lo spostamento del Mercato dello Statuto rischiano però di innescare uno scontro con l’Unesco. Un’ampia porzione del centro storico di Genova (in senso latitudinale da piazza delle Fontane Marose fino a Palazzo Reale, passando per Strada Nuova, ovvero l’odierna via Garibaldi, via Cairoli, largo della Zecca, piazza della Nunziata e un ampio tratto di via Balbi, mentre in senso longitudinale l’asse via Lomellini - via di Fossatello - via San Luca) ricade, dal 2006, sotto la protezione dell’Unesco, che ha iscritto “Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli di Genova” nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità: tuttavia questa porzione è attorniata dalla cosiddetta “buffer zone”, ovvero una “zona cuscinetto” o “zona di rispetto”, che nel caso di Genova include praticamente tutto il centro storico, dalla Stazione Marittima fino alla collina di Castello (rimangono esclusi dalla buffer zone solo il Porto Antico tranne piazza Caricamento, e l’area più moderna del centro, quella compresa tra la collina di Carignano, piazza De Ferrari e via Venti). Tutta la zona su cui Prè_visioni intende intervenire è però compresa nella buffer zone.

Nelle linee guida operative dell’Unesco, le buffer zone vengono definite agli articoli 103, 104, 105, 106 e 107. Si tratta di “un’area che circonda il bene e che ha restrizioni legali e/o consuetudinarie circa il suo utilizzo e il suo sviluppo in modo da assicurare un livello aggiuntivo di protezione al bene. L’area include l’immediato contesto del bene, panorami importanti oppure altre aree e attributi che sono funzionalmente importanti come supporto al bene e alla sua protezione”. All’articolo 107 si legge che “anche se le buffer zone non sono parte del bene nominato [al patrimonio dell’Umanità dell’Unesco], qualsiasi modifica alla buffer zone o la creazione di buffer zone [...] dev’essere approvata dal World Heritage Commitee”, e al 112 è stabilito che “la gestione operativa [di un bene protetto] implica un ciclo di azioni sul breve, medio e lungo termine per proteggere, conservare ed esporre il bene. Un approccio integrato nella pianificazione e nella gestione è essenziale per guidare l’evoluzione dei beni nel tempo e per assicurare il mantenimento di tutti gli aspetti che gli conferiscono l’Eccezionale Valore Universale [condizione per l’iscrizione al Patrimonio dell’Umanità, ndr]. Questo approccio va anche al di là del bene e include qualunque buffer zone”.

È dunque possibile che il piano d’interventi si scontri con i 14 fattori di minaccia indicati dall’Unesco che, nelle varie categorie, includono, per esempio, “cambiamenti allo skyline”, “cambiamenti all’identità del luogo”, “cambiamenti nella popolazione locale e nella comunità”, “inappropriate interpretazioni turistiche”. Viene così paventato il rischio che il progetto possa modificare in maniera decisiva l’assetto di Prè causando attriti con le linee guida dell’Unesco. Prè_visioni è ovviamente un progetto fondamentale per la riqualificazione del quartiere, ma è anche necessario ridurre al minimo il rischio di azioni che possano cozzare con quanto l’Unesco prevede per il corretto mantenimento del bene.

Nell’immagine: mappa di Genova (documento ufficiale Unesco) con, in arancione, la zona del centro oggetto della protezione diretta dell’Unesco, e in giallo la buffer zone.

Genova, progetto per riqualificare Prè prevede abbattimento di edifici e rischia scontro con l'Unesco
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