Gagosian e La Fondazione insieme per un continuum d'arte su via Crispi a Roma


Gagosian e La Fondazione organizzano un continuum d’arte che coprirà tutte le ventiquattro ore della giornata per lasciarsi trasportare dall’energia dell’arte.

Un continuum d’arte che coprirà tutte le ventiquattro ore della giornata per un omaggio a Roma e ai suoi abitanti e per invitare a lasciarsi trasportare dall’energia dell’arte: è l’idea di Gagosian e La Fondazione che a partire da martedì 2 giugno animeranno di giorno e di notte via Francesco Crispi dai civici 16 e 18. Le due istituzioni si alterneranno nell’apertura dei rispettivi progetti espositivi 

Dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 18, Gagosian presenterà invece uno speciale allestimento dedicato alla scoperta dell’opera di Stanley Whitney. Quando le luci di Gagosian si spegneranno, dalle 18 alle 11 del mattino successivo per tutti i giorni, si illuminerà La Fondazione, alternandosi in un ciclo continuo di contenuti e arte. Ogni settimana La Fondazione presenterà un artista appartenente alla generazione nata tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta del Novecento. Il progetto verrà svelato ogni venerdì precedente all’evento sul canale Instagram  @LaFondazione_Roma, con l’hashatag #unboxingproject.

Il progetto espositivo notturno de La Fondazione, dal titolo #80 | #90 & more, è ideato e curato da Pier Paolo Pancotto e si basa sulla presentazione delle opere con una rotazione settimanale. Le opere saranno visibili dall’esterno dell’edificio attraverso la grande vetrata d’ingresso. Gli artisti coinvolti sono Rosa Aiello, Lisa Dalfino & Sacha Kanah, Alessandro Di Pietro, Christian Fogarolli, Alice Guareschi, Invernomuto, Beatrice Marchi, Nicola Martini, Namsal Siedlecki, Andrea Zucchini.
Il progetto intende intessere con il visitatore un rapporto dialogico e amichevolmente sfidante, in grado di creare continue sorprese, disallineamenti e congiunzioni inaspettate per condurre il pubblico alla scoperta di opere di artisti affermati ma poco conosciuti in Italia. Gli artisti appartengono a una fase storica e sociale comune, che ciascuno interpreta a proprio modo attraverso linguaggi, tecniche e contenuti differenti. Ne deriva un panorama creativo articolato dove, tranne qualche orientamento comune, come un’attenzione nei confronti del rapporto tra individuo e nuove tecnologie, l’analisi delle leggi scientifiche che regolano la vita dei materiali e un rinnovato interesse per la figura umana, l’eterogeneità prevale su una visione comune della realtà, in sintonia con la molteplicità di intenti che caratterizza il tempo presente.

Gagosian presenta invece un’anticipazione della mostra che sarà allestita a settembre con protagonista Stanley Whitney (Philadelphia, 1946): saranno esposti nuovi dipinti realizzati in Italia. L’artista ha sviluppato un metodo compositivo che libera il colore componendo un originale linguaggio visivo musicale e pittorico. La sua arte s’ispira a una vasta gamma di fonti, come il free jazz, l’architettura italiana antica, la tradizione americana delle trapunte quilt, l’archeologia etrusca e l’astrazione del Novecento. Negli anni Novanta Whitney ha vissuto in Italia per cinque anni e ancora oggi possiede nei pressi di Parma una studio: la sua esperienza e il suo legame con l’Italia lo ha condotto  a una definizione della sua struttura compositiva a griglia su cui si stagliano i “botta e risposta” cromatici che ne caratterizzano l’opera. Le tonalità calde e terrose del paesaggio emiliano costituiscono in particolare una costante fonte di arricchimento per la sua tavolozza.

Immagine: Stanley Whitney, Bertacca 2 (2019) Courtesy Gagosian Ph.Credit Giorgio Benni 

 

Gagosian e La Fondazione insieme per un continuum d'arte su via Crispi a Roma
Gagosian e La Fondazione insieme per un continuum d'arte su via Crispi a Roma


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