Com'è e come sarà Bologna? A Palazzo Pepoli arriva un'applicazione di realtà virtuale per scoprirlo


Palazzo Pepoli, sede del Museo della Storia di Bologna, arriva l’applicazione di realtà virtuale Il futuro dimenticato.  

Com’è e come sarà la città di Bologna? La nuova sala di Palazzo Pepoli, sede del Museo della Storia di Bologna, ospita l’applicazione di realtà virtuale Il futuro dimenticato, ideata da Fabio Roversi Monaco e da Marco Roccetti, professore ordinario di Informatica presso l’Alma Mater Studiorum e progettata da Loop e WhatWeare. Grazie a visori, gli utenti del museo avranno accesso a un “volo” all’interno di un ambiente stilizzato e completamente ricostruito in 3D: una Bologna poetica, che riflette su se stessa e sul modo in cui nel corso del tempo ha immaginato e realizzato il proprio futuro.

Il futuro realizzato, primo percorso, a cui se ne affiancherà un altro nel corso del 2020, con probabili ulteriori sviluppi, mostra tre significativi progetti realizzati a Bologna negli ultimi decenni, a partire dalla ricostruzione post bellica della città: dalle Torri di Kenzo Tange del Fiera District alla Manifattura delle Arti, alla sede della Cineteca, al MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna, al Cassero, per finire con il quartiere Pilastro, primo grande progetto di edilizia popolare in periferia a seguito della grande crescita demografica degli anni Cinquanta e Sessanta.

“Il futuro è figlio delle decisioni e delle scelte compiute nel passato. Questo progetto dimostra che il ruolo di un Museo non sia solo quello di raccogliere in forma statica testimonianze del passato, ma pure quello di testimoniare un movimento, la cui onda d’urto continua ad agire nel presente e nel futuro, svelando volontà, direzioni e ambizioni di una intera comunità, il suo modo di rappresentare se stessa nel tempo, più o meno coerentemente. La selezione che proponiamo è ovviamente limitata e arbitraria: si sarebbero potuti scegliere altri progetti, ma questi ci sono sembrati i più adatti per capire il rapporto fra passato, presente e futuro e il modo in cui la città ha cercato di immaginarsi e prepararsi al proprio avvenire. Per questo ho cercato a lungo un oggetto che racconta un momento davvero importante nello sviluppo della città, che ora sono felice di ospitare al Museo della Storia di Bologna” ha dichiarato Roversi Monaco.

Al primo piano del museo è collocato Bologna 1984: il grande plastico originale del quartiere fieristico di Kenzo Tange, tra i più importanti protagonisti dell’architettura del XX secolo. Il “Piano Tange” immaginava un’espansione moderna nel rispetto di un impianto ancora medievale, collocando Bologna tra le esperienze urbanistiche più innovative a livello internazionale. L’architetto realizzò tre plastici: due erano la riproduzione del centro storico di Bologna, il terzo era Bologna 1984.

Il Fiera District sarà l’unica parte del piano di Tange effettivamente edificata: il complesso è caratterizzato da alte torri, disposte attorno a una piazza principale, al cui centro spicca la monumentale scultura di Isamu Noguchi.

 

Com'è e come sarà Bologna? A Palazzo Pepoli arriva un'applicazione di realtà virtuale per scoprirlo
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