Un’incredibile accusa di propaganda politica, e in particolare di propaganda comunista, viene mossa in Ungheria alla mostra Frida Kahlo: capolavori dal museo Dolores Olmedo in corso alla Magyar Nemzeti Galéria (Galleria Nazionale Ungherese) di Budapest.
Un giornale di destra, Magyar Idők (lo stesso che nello scorso giugno si scagliò contro il musical Billy Elliot, accusato di fare propaganda omosessuale) ha puntato il dito contro la relazione che Frida Kahlo ebbe con Lev Trockij, rivoluzionario bolscevico esiliato e quindi assassinato in Messico nel 1940. “Non ci crederete”, si legge sulle pagine del giornale in un articolo intitolato Ecco come viene propagandato il comunismo con i soldi pubblici, “ma Trockij è di nuovo arrivato a Budapest, questa volta dal letto di Frida Kahlo”, aggiungendo che se si ha “nostalgia per il periodo di Lenin, Stalin e dell’Unione Sovietica, è possibile approfondire le conoscenze all’Istituto di Storia Politica [un importante istituto privato ungherese di ricerca storica, ndr] dove ci sono storici marxisti che possono fornire solide ricerche scientifiche”.
Ma non finisce qui: Magyar Idők elenca anche una serie di gallerie e musei accusati di promuovere il comunismo con i soldi pubblici, e nell’elenco dei “proscritti” figurano istituti come la Knoll Galéria e il Museo Ludwig. Dopo la vittoria del premier di destra Viktor Orbán alle elezioni dello scorso aprile, diversi giornali di destra, scrive l’agenzia Reuters, “auspicano importanti cambiamenti anche a livello culturale, verso valori conservatori e verso la fine di quello che loro chiamano ’il dominio degli artisti liberali di sinistra’”. Lo stesso premier, in un discorso pronunciato lo scorso 28 luglio, ha dichiarato che “un’era è determinata dalle tendenze culturali, dal credo collettivo e dalle abitudini sociali. Questo è adesso il nostro obiettivo: dobbiamo includere il sistema politico in un’era culturale”. Reuters riporta anche le dichiarazioni dell’analista politico di destra Tamas Fricz, che ha dichiarato che “l’autonomia individuale delle istituzioni dovrebbe essere preservata, ma credo che il governo abbia il diritto di sostenere e incoraggiare con convinzione pensieri, opere e artisti conservatori”.
Nel frattempo, la Galleria Nazionale non fornisce alcun commento sulle accuse, e diversi artisti protestano contro le mire del governo sulla cultura. E la mostra su Frida Kahlo (peraltro presentata in forme simili a Milano quest’anno) continua a riscuotere un grande successo, richiamando circa 3.000 visitatori al giorno.
Ungheria, mostra di Frida Kahlo criticata e accusata di fare propaganda comunista |