Importante azione delle testate d’arte francesi: undici direttori di giornali e riviste d’arte hanno infatti firmato, tutti assieme, una lettera indirizzata al presidente della repubblica Emmanuel Macron per chiedere la riapertura dei musei. Una mossa poco usuale, forse senza precedenti, ma dettata dal fatto che i musei, in Francia, sono chiusi da mesi (dalla fine di ottobre) e, secondo gli estensori dell’appello, la situazione epidemiologica è ormai tale da permettere la fine della serrata, stante anche il fatto che i musei sono luoghi dove è improbabile che si verifichi una propagazione del virus tale da far temere per l’andamento dei contagi di Covid-19.
Di seguito il testo completo della lettera.
“Signor Presidente della Repubblica,
da più di trent’anni, nel caso di alcuni di noi, siamo osservatori attenti dei musei, dei luoghi del patrimonio e dei centri d’arte. Li abbiamo spesso visitati per render conto ai nostri lettori di quanto siano luoghi d’intelligenza e di convivialità.
È per questo che Le chiediamo di riaprirli al più presto, affinché i bambini e i ragazzi che al momento sono in vacanza, o lo saranno a breve, possano incontrare le opere d’arte dal vivo invece che su di uno schermo. Sarebbe in un certo modo una declinazione dell’été apprenant.
Abbiamo piena coscienza del fatto che si tratti di un cammino difficile, stretto da un lato dalle pressioni sul sistema ospedaliero e dall’altro dai risvolti economici e sociali. Ma nella fattispecie dei musei, i protocolli sanitari attivati lo scorso maggio sono stati pensati per evitare il contagio tra i visitatori.
Inoltre, pensiamo che sia possibile aprire questi luoghi almeno durante la settimana, con chiusura alle 18. I nostri vicini italiani e spagnoli l’hanno fatto prima di noi.
Certo, aprire i luoghi del patrimonio significa assumersi il rischio di scontentare i teatri e i cinema, che soffrono allo stesso modo. Approfittiamo però della riapertura di questi siti per misurare l’impatto sul numero dei nuovi casi di contagio e se, come pensiamo, non ci saranno conseguenze negative, ciò permetterà ai teatri e ai cinema di accogliere di nuovo il loro pubblico poche settimane dopo.
I risvolti economici del settore sono inferiori rispetto a quelli dei bar e dei ristoranti, ma sono reali. Molti siti del patrimonio privati possono contare solo sugli introiti delle loro biglietterie. Inoltre, che siano pubblici o privati, questi luoghi dànno vita a un ecosistema minacciato dalla crisi: artisti, mediatori, guide, scenografi, curatori di mostre, agenzie di comunicazione, studenti, stagisti, critici d’arte, giornali e riviste d’arte.
‘I musei e i monumenti storici potranno essere strutture che, nel quadro di una stabilizzazione dell’epidemia, potranno essere oggetto di una riapertura regolata‘, indicava il 12 gennaio ai parlamentari la ministra Roselyne Bachelot.
Lei ha scommesso su un coprifuoco rafforzato invece che su un confinamento totale: scommetta dunque anche su una riapertura graduale dei luoghi della cultura, cominciando subito dai musei, dai siti del patrimonio e dai centri d’arte.
Sperando che Lei dia un seguito favorevole alla nostra richiesta, La preghiamo, signor Presidente della Repubblica, di riconoscere l’espressione della nostra più viva considerazione.
Fabrice Bousteau (Beaux-Arts Magazine)
Guy Boyer (Connaissance des arts)
Jean-Christophe Castelain (Le Journal des Arts)
Olivier Lange (La Gazette de Drouot)
Catherine Millet (Artpress)
Françoise Monnin (Artension)
Rafaël Pic (Le Quotidien de l’art)
Philippe Régnier (The Art Newspaper)
Didier Rykner (La Tribune de l’art)
Fabien Simode (L’ŒIL)”
Francia, undici direttori di giornali d'arte scrivono a Macron per chiedere riapertura musei |