Si torna a discutere della passerella che dovrebbe collegare le due ali dell’Arengario di Milano, sede del Museo del Novecento: il collegamento tra i due corpi è infatti condizione imprescindibile per l’ampliamento dell’istituto, che con l’estensione godrà di 1.000 metri quadri di nuovi spazi espositivi. L’architetto Sonia Calzoni ha vinto il Concorso Internazionale di Progettazione per il collegamento tra le due ali, e il suo progetto propone soluzioni: da un lato, una passerella aerea, a 19,65 metri d’altezza, situata al terzo livello dei due corpi del Palazzo dell’Arengario, costituita da una trave fissata direttamente alle colonne laterali degli edifici. La seconda soluzione per collegare le due ali è invece un atrio esterno, una sorta di piazza-cortile che raccoglierebbe le funzioni di passaggio e scambio tra i due corpi dell’edificio. Nel primo caso il percorso del museo, nel secondo corpo, si svilupperebbe dall’alto verso il basso, nel secondo caso avverrebbe invece il contrario.
Sull’ipotesi del collegamento, la Soprintendenza di Milano si era già espressa a marzo, quindi prima che venisse selezionato il progetto vincitore (a luglio): il bando infatti prevedeva, tra le varie possibilità, proprio quella di realizzare un ponte che unisse le due ali dell’Arengario. Il parere dell’ente, pubblicato il 4 marzo, indica che la passerella interferirebbe con il “cannocchiale visivo” che parte da piazza della Scala e arriva a piazza Diaz attraversando la Galleria Vittorio Emanuele, piazza Duomo e via Marconi: un asse tutto centrato sulla verticalità che verrebbe in qualche modo spezzato dall’elemento orizzontale della passerella. “Questo asse nord-sud trasversale al Duomo”, si legge infatti nel parere della Soprintensenza, “forma un cannocchiale visivo e prospettico di straordinaria valenza urbana. Nel tempo si è costruita una scenografia alla scala urbana, che è stata il cardine e il principio compositivo, enunciato già nel concorso del 1861, rafforzato nei successivi interventi finalizzati ad esaltare la lunga prospettiva dalla Galleria, nei propilei delle due torri dell’Arengario (dove era già l’arco monumentale del braccio di Palazzo Reale), prolungata poi lungo l’asse di largo Diaz con la creazione di un fondale scenico nello snello Grattacielo Martini”.
Sulla discussione adesso è intervenuto il ministro della cultura Dario Franceschini che, contrariamente al parere rilasciato da un ente del dicastero da lui guidato, parla invece di una “idea bellissima”. “A me piace moltissimo l’idea che le due ali del Museo del Novecento possano essere unite da un’opera di architettura contemporanea”, ha detto il ministro. “Nelle città italiane bisogna avere il coraggio di fare”. L’Italia, secondo Franceschini, “ha una sedimentazione di stili che si sovrappongono unica al mondo. La bellezza delle nostre strade, delle nostre chiese è negli stili che si inseriscono, unendosi, uno sull’altro. Il Medioevo sull’antica Roma, il Rinascimento sul Medioevo, il Barocco sul Rinascimento. Tutta questa storia sembra essersi fermata, invece gli innesti di grande qualità arricchiscono la bellezza delle città”. Da parte del ministro arriva dunque l’appoggio all’idea della passerella aerea.
Cosa succederà adesso? La soprintendenza non bocciava l’idea di unire i due corpi dell’Arengario, ma suggeriva altre soluzioni di collegamento in grado di soddisfare meglio le caratteristiche storiche, architettoniche e urbane proprie del monumento. In particolare, l’ente proponeva una soluzione (“non di inferiore valenza funzionale ed architettonica”, si legge nel parere), di un collegamento ipogeo tra le due torri, che di fatto è già esistente, da “ampliare come hall e snodo distributivo, di accoglienza con servizi di supporto, in posizione centrale tra le due torri dell’Arengario”. Per intendersi, si legge ancora nel parere, la soluzione “è quella della piramide del Louvre di Pei che ha creato nuovi valori iconici e il cuore ipogeo della nuova distribuzione dei musei del Louvre. Tale opzione alternativa incontra il favore di questa Soprintendenza, come è stato ampiamente spiegato negli incontri e supportato nel sopralluogo congiunto nei sotterranei, dove sarebbe sufficiente ampliare e potenziare il collegamento ipogeo (già esistente) per farne il fulcro museale tra le due torri”. Una soluzione che permetterebbe, peraltro, anche più pratici collegamenti con la metropolitana e con l’area archeologica del Battistero di San Giovanni in fonte e Santa Tecla, situata sotto il sagrato del Duomo.
La dichiarazione di Franceschini potrebbe però sparigliare il tavolo? Vedremo cosa accadrà.
Passerella del Museo Novecento, Franceschini: “idea bellissima”. Ma la Soprintendenza disse no |