Sta facendo discutere la ripartizione dei primi fondi che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ha stanziato con il decreto agosto. Oggetto del contendere sono soprattutto le risorse del piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” e quelle del fondo di ristoro per le attività commerciali delle città turistiche colpite dal coronavirus. Si parla, in tutto, di oltre 600 milioni di euro, ma il sud del paese di questi soldi vedrà soltanto le briciole.
Il piano “Grandi Progetti Beni Culturali” stanzia 103 milioni di euro per undici interventi considerati strategici dal MiBACT: di questi però uno soltanto si trova al sud. Si tratta del progetto di completamento degli interventi in corso al Parco e Museo Archeologico di Sibari, finanziato con 3 milioni di euro. Gli altri 100 sono invece tutti destinati a progetti per il nord e per il centro.
E si discute molto anche sul mezzo miliardo del fondo ristoro città turistiche, i cui stanziamenti sono stati determinati sulla base di una particolare classifica, che prende in considerazione soltanto il rapporto tra presenze turistiche straniere e abitanti e assegna i fondi alle prime 29 città in questa graduatoria. Il risultato, tuttavia, è che ampi brani del sud vengono dimenticati: tutta la Calabria, per esempio (ma c’è anche da dire che la mancata considerazione del MiBACT riguarda anche una regione dove pure il turismo rappresenta una voce importante del Pil, ovvero l’Umbria, anch’essa del tutto esclusa, come altre quattro intere regioni: Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Abruzzo). Inoltre, su 29 città, sono soltanto 9 quelle del sud.
La questione è stata posta da diversi organi di stampa, tra cui il Messaggero, che alla ripartizione dei fondi ministeriali dedica oggi un articolo a firma di Barbara Jerkov e Francesco Malfetano: i due giornalisti hanno anche sentito il ministero per chiedere lumi sui criteri adottati per ripartire i 500 milioni del fondo di ristoro per le attività commerciali delle città turistiche. Il MiBACT ha risposto affermando di aver adottato un sistema “per individuare un certo numero di centri urbani su cui avere degli effetti immediati in termini economici”, perché, spiegano dal Collegio Romano, “la misura andava circoscritta e si necessitava di un parametro”. Dal ministero comunque assicurano: “è vero che alcune città d’arte non avranno accesso al bonus, ma ciò non vuol dire che saranno abbandonate perché potranno usufruire di altre misure previste dal decreto agosto”.
La classifica sulla base delle presenze nel capoluogo, tuttavia, taglia fuori province dove pure ci sono centri che hanno forte attrattività verso gli stranieri: Jerkov e Malfetano fanno l’esempio di Sassari, dove il comune capoluogo non conta forti presenze turistiche, ma città come Alghero o Arzachena contano, tra i propri turisti, circa il 70% di presenze straniere ogni anno. “La classifica realizzata ad hoc dal MiBACT”, concludono i due giornalisti, “è quindi un’evidente semplificazione statistica dello scenario turistico italiano e, in quanto tale, non rispecchia la complssità del settore”.
Nella foto: il Parco Archeologico di Sibari. Ph. Credit Peter Stewart
Fondi MiBACT per coronavirus, per ora al sud arrivano solo le briciole |