Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei dal 2019, è pronto a dare voce agli artisti che soffrono. All’Adnkronos ha dichiarato in una sorta di appello che "la cultura italiana dovrebbe offrire in questo momento aiuto agli artisti russi contemporanei, di qualunque arte, e per quanto possibile dovrebbe cercare di costruire per adesso e per il futuro progetti di collaborazione con loro“. L’intento è quindi di ”non creare in nessun caso un’omologazione tra quello che avviene a livello politico-governativo e quello che invece è l’espressione del pensiero“, ad eccezione di ”qualunque artista allineato, che prenda una posizione attiva nei confronti dell’azione violenta in corso e che per questo va assolutamente condannato".
Fondazione Brescia Musei si dichiara quindi aperta agli artisti russi per "costruire un ponte, con quelli dissidenti, per dar loro modo di avere una voce da noi“: quella degli artisti, afferma Karadjov, è ”una categoria che non ha le spalle coperte e adesso vivono ancor di più una condizione di marginalizzazione".
In un’intervista pubblicata su Bresciaoggi il 10 marzo il direttore spiega che Brescia Musei "ha varato uno scambio di prestiti internazionali di opere tra Italia e Russia, per "dare voce all’arte ma anche agli artisti che non hanno la possibilità di esprimersi liberamente“. ”La cultura“, continua, ”è un linguaggio trasversale, può parlare a tutti, può riavvicinare persone divise dai sistemi politici. Noi dobbiamo lavorare sull’identità dell’individuo: ciò che conta è la libertà interiore. A questo serve la cultura, che non conosce barriere“. ”Dobbiamo cercare gli artisti che stanno soffrendo sotto le dittature. Siamo pronti a ospitarli“, conclude. ”Nostro compito sarà fornire una piattaforma per il dialogo. Noi abbiamo aperto uno scambio di prestiti d’arte tra la nostra Pinacoteca e San Pietroburgo. Così si costruiscono ponti senza alimentare conflitti".
Musei Brescia: “Aperti agli artisti russi dissidenti che soffrono. Costruiamo ponti senza alimentare conflitti” |