Alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze è stato scoperto un testo inedito di Niccolò Machiavelli (Firenze, 1469 - 1527), il grande storico e filosofo politico, figura centrale del Rinascimento. La scoperta è avvenuta nell’ambito di un progetto di catalogazione del settore Manoscritti e Rari della BNCF, e in particolare durante alcune operazioni per il progetto PAL-MO. Il fondo Palatino della BNCF in Manus OnLine, promosso dal direttore Luca Bellingeri e ideato da David Speranzi, responsabile del Settore Manoscritti e Rari, Daniele Conti: si tratta, peraltro, dello stesso progetto che aveva portato, nello scorso febbraio, alla scoperta di un testo inedito, corredato da un disegno, di Francesco Guicciardini.
Il nuovo ritrovamento, definito “eccezionale” dalla Biblioteca, è arrivato dopo la consultazione di un codice sommariamente inventariato come Cronica e mai aperto negli ultimi decenni: al suo interno erano conservati diversi Frammenti storici attribuibili a Machiavelli e finora sconosciuti. I testi scoperti sono collocati in un periodo che va dal 1497 al 1515 e comprendono il racconto di alcuni avvenimenti importanti della storia di quegli anni, come la battaglia di Marignano o la morte di Cesare Borgia, detto il Valentino, il protagonista del VII capitolo del Principe, uno dei capolavori di Machiavelli. I testi non sono stati scritti da Machiavelli in prima persona, ma da qualcuno che ha trascritto suoi originali: si pensa che il compito sia stato eseguito da un’officina di copisti che aveva ricevuto l’incarico da Giuliano de’ Ricci, nipote di Machiavelli, ovvero figlio di sua figlia Bartolomea. Ricci, erede di Machiavelli, raccolse le sue carte su incarico del nonno, radunandole in un codice noto come “Apografo Ricci”, conservato nel fondo Palatino della BNCF.
L’attribuzione a Machiavelli è stata formulata sulla base di molte prove filologiche (tra cui le annotazioni dello stesso Giuliano de’ Ricci, che nel primo foglio dei due fascicoli che contengono gli inediti ha scritto di sua mano il nome del nonno), paleografiche (ad esempio il confronto tra le mani che hanno vergato i Frammenti storici e quelli che hanno copiato i testi dell’Apografo Ricci: delle tre mani dei testi inediti, una coincide con la grafia dell’Apografo) e storiche (per esempio il tipo di legatura simile a quello di altri volumi che contengono testi machiavelliani certi), che saranno discusse in uno studio di prossima pubblicazione, compiuto da Daniele Conti e patrocinato dalla BNCF. Il saggio sarà pubblicato nella collana Incipit della Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel frattempo, il nuovo manoscritto machiavelliano sarà al centro di una presentazione organizzata in BNCF in occasione della Domenica di Carta (11 ottobre 2020): interverranno il direttore, Luca Bellingeri, David Speranzi, Daniele Conti e due eminenti studiosi di Machiavelli, Francesco Bausi e Michele Ciliberto.
“La scoperta di queste pagine machiavelliane del tutto ignote”, fa sapere la Biblioteca, “conferma che la catalogazione sistematica dell’immenso patrimonio manoscritto delle Biblioteche Statali italiane può ancora svelare l’esistenza di inestimabili tesori”. E sottolinea l’urgenza di investire di più e con più convinzione nelle biblioteche, troppo spesso lasciate più indietro rispetto ad altre realtà.
Nell’immagine, uno dei fogli inediti.
Firenze, eccezionale scoperta: trovati alcuni testi inediti di Machiavelli |