Sulle pietre del bugnato di una colonna dell’antico Loggiato dei Cerchi a Firenze un ‘affittacamere’ ha inchiodato (o peggio, applicato usando il trapano) una scatoletta di quelle che si usano oggi per chiuderci dentro la chiave dell’appartamento affittato ai turisti che così possono entrare senza bisogno della presenza del padrone di casa. La notizia l’ha pubblicata il Corriere fiorentino con un articolo di Giulio Gori con tanto di foto della keybox attaccata alle antiche pietre della colonna d’angolo di un loggiato poi tamponato dell’edificio della ricca e potente fiorentina in auge tra il ‘200 e il ‘300 che compone l’isolato compreso tra via dei Cerchi e via dei Cimatori. Sui due lati della colonna sono presenti gli stemmi della famiglia scolpiti.
Sui resti del glorioso palazzo i segni della modernità della rendita: la diffusione delle locazioni turistiche nel centro storico di Firenze ha generato una esplosione della domanda che ha portato i proprietari di casa a risolvere il problema della presenza in loco per aprire ai turisti che arrivano in qualsiasi orario con la consegna delle chiavi non più di persona ma lasciandole dentro degli scrigni ad apertura con combinazione (che viene comunicata solo al proprio cliente). Di solito si trovano agganciati alle maniglie dei portoni o alle inferriate delle finestre, ma nessuno le aveva ancora attaccate a danno di un edificio storico.
Il piccolo contenitore con la combinazione è stato segnalato alla Polizia Municipale che, come riporta il Corriere, ha avviato le indagini per capire chi sia il responsabile, a quale casa appartenga la chiave contenuta al suo interno.
Il proprietario dell’appartamento, messo sul mercato su uno dei tanti siti del settore, grazie a questa scatolina di plastica non ha bisogno di recarsi sul posto per aprire l’appartamento al turista e ne guadagna quindi in tempo ma viene meno il senso stesso con cui è nato il portale Airbnb, cioè quella di una vacanza vissuta non in un asettico albergo ma nella condivisione di una esperienza (la sharing economy appunto) con gli abitanti del posto che si visita conoscendoli ed entrando in casa loro. Adesso però, dopo che già le case sono diventate di uso esclusivo per i turisti (con i proprietari che si spostano in periferia) e dopo che la gestione del turista era passata a personale assunto appositamente tramite agenzie, ora non si perde neanche il tempo per dargli le chiavi in mano. Costringiamo i turisti a fare una caccia al tesoro tra tanti lucchettoni appesi qua e là per la città per il cosiddetto self check-in. “Stavolta però”, scrive il Corriere, “la scatola non è stata fissata sul solito muro, ma su una colonna di pietre, testimonianza dell’antica Loggia dei Cerchi (da non confondersi con l’omonima torre a pochi metri di distanza). Si tratta di un edificio di sei piani per gran parte senza particolare pregio storico, se non per quelle vestigia al piano terreno rappresentate da porzioni a conci di pietra forte, con tanto di capitello a foglie d’acqua e scudi, intervallati da anelli da cavallo, portabandiera e una torciera in ferro battuto. E, anche se quasi del tutto eroso, tra le pietre si intravede l’arme della famiglia dei Cerchi, che qui viveva. Insomma, una deturpazione di un bene storico-artistico, non diversa dagli imbrattamenti che vengono puniti con sanzioni dalle mille alle tremila euro e con pene che vanno dai sei mesi ai tre anni di reclusione”.
Difficilissimo risalire ai responsabili, sulla scatola infatti non c’è indicato quale portone apre la chiave che c’è dentro. Come ricorda il Corriere, quell’edificio fu definito dal sindaco Piero Bargellini negli anni Sessanta del secolo scorso “uno dei più importanti documenti architettonici del tempo di Dante”, e già all’epoca “le Belle Arti l’avevano classificata quale edificio monumentale da proteggere come parte del patrimonio artistico italiano”.
L'autore di questo articolo: Andrea Laratta
Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.