A Ferrara è in procinto di partire il cantiere della Palazzina di Marfisa d’Este: saranno infatti affidati a giorni gli importanti lavori di miglioramento strutturale a seguito del sisma che colpì l’Emilia nel 2012. Dopo aver ospitato la mostra dedicata alla storica voce dei Nomadi, Augusto Daolio, la palazzina è stata chiusa e sono partite le procedure di intervento che hanno portato all’aggiudicazione dei lavori all’impresa Vincenzo Capriello Srl. L’importo complessivo dell’investimento è di oltre un milione di euro, 625mila euro circa di contributi comunali e circa 422mila della Regione Emilia-Romagna. Il cantiere si insedierà nelle prossime settimane, i lavori saranno affidati mercoledì prossimo, 18 gennaio.
I lavori previsti nel progetto sono prevalentemente di tipo strutturale, per il ripristino del danno e il miglioramento sismico. Nel dettaglio sono previsti: l’irrigidimento delle falde di copertura, la realizzazione di cordolature, l’inserimento di incatenamenti per il rafforzamento strutturale e la riparazione delle fessurazioni nei muri portanti. Il programma d’opera prevede inoltre il risanamento e la tutela delle caratteristiche estetiche, attraverso operazioni di pulitura e di ripristino e per l’ottimizzazione del superamento delle barriere architettoniche. L’azione si estenderà inoltre alla loggia degli aranci, con l’inserimento di un cordolo in acciaio corten nella zona maggiormente “vulnerabile”, che riguarda le murature dell’adiacente sala Grotta. Tutte le lavorazioni sono ovviamente state condivise con la Soprintendenza.
La palazzina fu costruita intorno al 1559 e Francesco d’Este la lasciò in eredità alla figlia Marfisa, che vi visse con il marito Alderano Cybo fino alla morte, nel 1608. Verso la metà del XVIII secolo, venne affittata ed adibita di continuo ad usi impropri avviando in questo modo un processo di degrado che si prolungò fino agli inizi del Novecento. Nel 1899 furono distrutti tutti i fabbricati adiacenti la Palazzina tranne la stessa e la loggia adiacente; quindi, solo all’inizio del XX secolo il fabbricato assunse la configurazione che conserva ancora oggi. Nel 1909 fu l’associazione Ferrariae Decus a occuparsi del restauro e della sistemazione per conto del Comune, ma l’intervento fu sospeso anni dopo a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1937 u invece la Cassa di Risparmio di Ferrara ad assumere l’onere del recupero dello stabile, contando sulla collaborazione dell’ingegnere Carlo Savonuzzi e di Nino Barbantini per il restauro e la restituzione delle decorazioni. All’interno della Palazzina i dipinti dei soffitti, parzialmente rifatti nel XX secolo, sono opera della bottega dei Filippi. La palazzina è arredata con mobili del Cinquecento e del Seicento, in parte ferraresi e in parte acquistati sul mercato antiquario.
“Un nuovo edificio di straordinario valore si appresta a rinascere, con importanti investimenti e con un cofinanziamento comunale”, dice l’assessore ai lavori pubblici Andrea Maggi. “Palazzina Marfisa è parte integrante di un piano strategico di recupero, miglioramento e valorizzazione di dimore, palazzi nobiliari, edifici storici di Ferrara che, passo dopo passo, sta riportando alla luce e sta restituendo ai cittadini i luoghi del passato e della cultura di Ferrara”.
“L’intervento, a completamento”, aggiunge l’assessore alla cultura Marco Gulinelli, “consentirà di contare su una ritrovata palazzina, migliorata sotto il profilo strutturale e valorizzata sotto quello storico e architettonico e decorativo, così da tornare ad essere una delle sedi della ricca offerta culturale che stiamo e vogliamo sempre più sviluppare per la città e per i visitatori”.
Ferrara, un milione per la Palazzina di Marfisa d'Este. Partono i lavori di miglioramento |