A Ferrara restaurato l'abside della chiesa della Conversione di San Paolo, chiusa dal 2007


A Ferrara procedono a ritmo serrato i restauri della chiesa della Conversione di San Paolo, una delle più antiche della città, chiusa dal 2007. Sono terminati i lavori sull’abside affrescato dallo Scarsellino e sulla Cappella del Carmine. Tra alcuni mesi termineranno i lavori.

A Ferrara, a un anno dall’inizio dei lavori sulla chiesa della Conversione di San Paolo, procede a ritmo serrato il corposo complesso di interventi sull’edificio di culto, chiuso da circa 15 anni, che è fra i più antichi di Ferrara (il primo nucleo risale al X secolo), e che fu danneggiato dal terremoto del 1570 e da quello del 2012. La chiesa è nota per i tanti artisti che vi hanno lasciato opere, tra cui il Bastianino, Girolamo da Carpi, Ippolito Scarsella, Domenico Mona e con ogni probabilità Carlo Bononi, e per essere il luogo di sepoltura di uno dei più grandi artisti del Cinquecento, Giovanni Antonio De Sacchis, meglio noto come il Pordenone.

Sono da poco terminati, internamente, gli interventi di restauro dell’affascinante affresco raffigurante il ratto di Elia, ad opera dello Scarsellino, nel catino absidale. L’opera è della fine del Cinquecento, e rappresenta la salita al cielo del profeta Elia: i protagonisti sono la luce dello spazio celeste e il paesaggio. Il ratto di Elia sormonta il pregevole coro ligneo cinquecentesco della chiesa, che spicca anche per ospitare un raro monumento dell’organaria del periodo: il complesso organo rinascimentale Cipriani-Chianei.

Tra i restauri completati c’è anche quello della cappella del Carmine, costruita negli anni Sessanta del XVII secolo da Luca Danesi. Alzando lo sguardo si può ammirare, nella volta, la Gloria della Vergine di Giacomo Parolini nella sua nuova lucentezza. È giudicato il primo, sia pure tardivo, esempio di affresco barocco a Ferrara. La decorazione fu scoperta al pubblico la notte di Natale del 1705.

Nel complesso sono decine le lavorazioni in corso, che in molti casi procedono parallelamente: restauri, consolidamenti, puliture, ritocchi, finiture, verifiche strutturali, inserimento di travi di rafforzamento e pilastrini in acciaio. Si sta operando anche nel sottotetto, con complesse azioni. Qui sono già stati posizionati elementi di rinforzo, sempre in acciaio, e si procede alla sostituzione e integrazione di travi lignee, al consolidamento delle volte e all’inserimento di tiranti. Attualmente il cantiere è concentrato sul transetto di destra, nella controparte della facciata principale e nelle cappelle laterali.

La chiesa è al centro di un doppio stanziamento (per complessivi 3,8 milioni di euro): una quota, di circa tre milioni di euro, della linea di finanziamento ministeriale del Ducato Estense, e 806mila euro circa della Regione Emilia-Romagna (fondi post sisma), soprattutto per la parte strutturale. In base a una specifica convenzione, il Comune di Ferrara è stazione appaltante e gestisce anche la parte economica (i finanziamenti transitano per le casse comunali).

I lavori, a cura del raggruppamento temporaneo di imprese composto dalle ditte Leonardo Srl e Lolli Raffaele impianti Srl di Bologna, sono stati consegnati il 29 novembre del 2021 e sono partiti, dopo la realizzazione delle operazioni preliminari di accantieramento, un anno fa, a gennaio 2022. Saranno necessari ancora alcuni mesi prima di vederne il completamento.

San Paolo, lunga 61 metri e larga oltre 25, è stata edificata, nel suo primo nucleo, nel X secolo. Risulta chiusa dal 2007. L’edificio, che ha annessi l’ex convento dei Carmelitani e i chiostri rinascimentali, si trova tra corso Porta Reno 60 e piazzetta Alberto Schiatti, dal nome dell’architetto che ne progettò la rinascita dopo il sisma del 1570. La consistenza attuale della chiesa di San Paolo è proprio dovuta alla ricostruzione post terremoto del 1570. Significativamente danneggiata dallo storico evento sismico, San Paolo fu integralmente ricostruita su progetto di Schiatti tra il 1573 ed il 1611, data in cui venne consacrata dal vescovo Giovanni Fontana, nel giorno della Conversione di San Michele. L’unica testimonianza rimasta del precedente impianto è il muro di confine con il primo chiostro dell’attiguo monastero sul lato ovest che presenta affreschi di grande bellezza sia della fine del XIV secolo (visibili in parte dal corridoio degli uffici comunali presenti nel chiostro), che del XV secolo.

La facciata della chiesa
La facciata della chiesa
La navata centrale e il cantiere
La navata centrale e il cantiere
Il catino absidale con il ratto di Elia dello Scarsellino
Il catino absidale con il ratto di Elia dello Scarsellino
Gloria della Vergine di Giacomo Parolini appena restaurata
Gloria della Vergine di Giacomo Parolini appena restaurata

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