Equitazione e rievocazioni storiche per valorizzare la Reggia di Carditello? Questa sembra sia l’idea del presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, Federico Mollicone, che venerdì ha visitato il Real Sito di Carditello (San Tammaro, Caserta), ribadendo l’impegno del Governo per il rilancio definitivo della Reggia borbonica nel corso dell’incontro tra la delegazione (composta da Mollicone e dall’onorevole Gerolamo Cangiano), il presidente della Fondazione Real Sito di Carditello, Maurizio Maddaloni, e i consiglieri di amministrazione.
Una delle caratteristiche principali della Reggia è infatti la presenza dei cavalli della Razza Governativa di Persano, la razza pregiata dei cavalli di Stato nati nel 1744 per volontà del Re Carlo di Borbone, frutto di un incrocio tra stalloni turchi e giumente del Regno di Napoli. Nati come cavalli da guerra, erano tra i più apprezzati della loro epoca, per la loro eleganza e la loro forza (è un cavallo Persano anche il cavallino rampante della Ferrari: Enzo Ferrari infatti ne ricevette uno in dono dalla contessa Paolina Baracca, madre di Francesco Baracca, che durante la prima guerra mondiale combatté con l’immagine del cavallino rampante sulla fusoliera del suo aereo. L’allevamento dei cavalli Persano era finalizzato alla costituzione di una Cavalleria Reale di alto prestigio, con esemplari caratterizzati da resistenza, coraggio ed eleganza: il re Carlo di Borbone ricevette in regalo 4 stalloni turchi dal Sultano Mahmoud II e nel 1744 affittò dei terreni, già individuati dal vicerè Michele Reggio, nella piana di Capua e più precisamente nel comprensorio di San Tammaro: la fattoria di Carditello. Questa vasta area, ricca e fertile, per anni era stata utilizzata anche per le battute di caccia, oltre che per la produzione agricola. La Carditello che conosciamo oggi è proprio il frutto del progetto voluto da Ferdinando IV nel 1787, con il chiaro intento di allevare, selezionare e mettere in mostra i cavalli Persano, trattati con ogni riguardo e gelosamente custoditi dai Borbone. Il re Ferdinando IV predispose ricoveri e scuderie, oltre ad un ippodromo che fu il primo a sorgere in Italia e l’unico ad essere compreso all’interno di un complesso architettonico, divenuto Residenza Reale esclusivamente grazie all’importanza che avevano questi cavalli.
Un’importanza che l’attuale governo intende ribadire. “Carditello”, ha sottolineato Mollicone, “ha una precisa vocazione naturale per l’arte equestre, collegata alla storia dei cavalli Persano. Un valore che intendiamo confermare e rafforzare in collaborazione con l’Esercito, la Federazione italiana sport equestri e altre realtà legate al settore ippico. Per questo motivo, stiamo lavorando alacremente con la nuova governance della Fondazione, affinché possa individuare fondi accessibili per potenziare questa grande tradizione, anche attraverso un programma di eventi dedicato alle rievocazioni storiche. È importante ricordare che questo fondo è stato già raddoppiato e presto partirà una nuova edizione con più risorse e diversi criteri, aperti proprio a realtà istituzionali come Carditello”.
“C’è l’impegno del Governo per il rilancio definitivo del Real Sito di Carditello”, ha aggiunto l’onorevole Cangiano. “Non a caso è stato approvato un ordine del giorno, a mia firma e dei colleghi Cerreto e Zinzi, attraverso il quale l’esecutivo si impegna a valutare la riqualificazione della Reggia di Carditello, valutando anche la promozione di iniziative legislative specifiche, relative ai processi di rigenerazione urbana ed energetica”.
Il Real Sito di Carditello, oltre a rappresentare un notevole patrimonio storico, artistico e ambientale, si propone di diventare una cabina di regia progettuale del territorio. “La visita della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, all’indomani del primo insediamento del nuovo CdA della Fondazione - spiega il presidente della Fondazione, Maurizio Maddaloni - è un segnale di grande attenzione per il Real Sito di Carditello e per l’intero territorio. Carditello può essere un volano di sviluppo importante sotto il profilo culturale, turistico ed economico. Ci sono tutte le potenzialità per diventare, a lavori di restauro ultimati, un modello virtuoso per il territorio casertano e regionale. L’obiettivo ora è sviluppare sinergie istituzionali e definire una strategia per valorizzare il circuito dei siti reali borbonici e attrarre visitatori internazionali”.
Il Real Sito di Carditello, dopo essere stato considerato per decenni il simbolo del degrado e dell’abbandono nella Terra dei Fuochi, è stato acquistato nel 2014 dallo Stato grazie all’impegno dell’allora ministro dei beni culturali Massimo Bray, e oggi è un modello di riscatto per l’intera comunità, aperto a famiglie e bambini.
“Ringrazio il presidente della Commissione Cultura e l’onorevole Cangiano per la visita istituzionale”, ha concluso il sindaco di San Tammaro, Vincenzo D’Angelo. “Siamo grati per l’attenzione che hanno mostrato e che testimonia un segnale di riscatto per l’intero territorio. Da parte dell’amministrazione come sempre saremo vicini al CdA della Fondazione Real Sito di Carditello, lavorando sinergicamente per il rilancio del sito”.
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