Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike D. Schmidt è tornato oggi a parlare sul tema coronavirus (dopo la prima intervista, rilasciata a Finestre sull’Arte), con un nuovo intervento in una diretta online con l’Associazione Stampa Estera in Italia (il video sarà pubblicato prossimamente sulla loro pagina Facebook).
Il primo punto dell’intervento riguarda i danni economici e i posti di lavoro. Schmidt ha infatti assicurato che, nonostante le perdite, agli Uffizi nessuno ha perso il proprio posto: questo vale sia per i dipendenti, sia per i collaboratori esterni che lavorano su incarico diretto del museo (al contrario di quanto sta accadendo negli USA, dove molti collaboratori esterni hanno perso i loro incarichi). “In circa due mesi di stop”, ha detto Schmidt, “abbiamo perso alcuni milioni di visitatorie oltre 10 milioni di euro. Gli Uffizi hanno le spalle larghe: se questa situazione non durasse molto a lungo, possiamo senz’altro gestirla. Una chiusura fino a tre mesi possiamo reggerla. Ma se invece dovesse durare fino all’arrivo di un vaccino, al momento annunciato per la primavera prossima, dovremmo pensare in maniera più radicale a come spostare investimenti all’anno prossimo, o magari a quello anche successivo. Detto questo, è importante non dimenticare mai che questa chiusura serve a salvare vite umane: al momento la priorità è questa, solo quando sarà cessata l’emergenza potremo preoccuparci dei numeri. È anche importante sottolineare che nessuno alle Gallerie degli Uffizi ha perso il posto di lavoro. Tutti lavorano da casa, coinvolti in progetti di smart working. A questo proposito, è importante sottolineare quanto stia funzionando molto, molto bene, anche grazie all’obbligo giornaliero o settimanale di rendicontazione del lavoro svolto. Siamo stati in grado di trasferire alcuni processi amministrativi dal cartaceo al digitale. È un grande passo avanti nella digitalizzazione, e vorremmo portare questi progressi nella nuova vita quotidiana del museo; inserire la componente lavoro agile da casa come parte del lavoro normale, perchè è meglio per l’ambiente, per il tessuto sociale, ed è meglio per la produttività e il funzionamento stesso del museo”.
Schmidt ha fatto sapere che gli Uffizi sono già al lavoro per programmare la ripartenza: “siamo tutti al lavoro su misure e tempistiche, lo stiamo facendo a stretto contatto e con il coordinamento del ministero e ci sarà una comunicazione unificata del Mibact che, proprio per evitare eventuali ogni incertezza o fraintendimento, fornirà a tempo debito tutte le informazioni per tutti sulle tempistiche e modalità della riapertura. Quanto alla riapertura, credo che ci sarà un’enorme richiesta da parte del pubblico quando questa situazione sarà finita. Le strategie che adotteremo per gestirla saranno le stesse che abbiamo adottati già due anni fa per favorire lo ‘slow museum’ ovvero le visite più lunghe, tranquille, estese, visite ‘arte relax’. E sfavorire ovviamente il guardi e fuggi, selfie e fuggi, come si potrebbe chiamare”.
La riapertura delle attività passerà anche dalle mostre: verranno tutte riprogrammate quelle che sono state costrette a chiudere. “Tengo a rassicurare tutti su una certezza assoluta della riapertura degli Uffizi”, ha dichiarato il direttore: “tutte le mostre programmate e ora sospese si terranno. Non verrà cancellata una singola esposizione. Già adesso ne abbiamo tre pronte a essere ricalendarizzate. Il giorno successivo alla chiusura (9 marzo) avrebbe dovuto aprire la nostra grande mostra dedicata alla pittrice seicentesca Giovanna Garzoni. Questa mostra è già allestita e partirà pochi giorni dopo la riapertura. Abbiamo poi un’altra mostra, sui codici miniati medievali recuperati dal Commando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, che prenderà avvio nelle settimane successive. E quindi una terza mostra, incentrata sul grande pittore del primo Ottocento, fiorentino ma di importanza europea, Giuseppe Bezzuoli. È la prima grande monografica su questo artista eccezionale, del quale abbiamo comprato cinque opere negli ultimi anni e al quale vogliamo restituire il posto nella storia dell’arte europea, tra neoclassicismo e realismo, che merita. Infine riaprirà, restando prorogata fino a settembre (e se necessario anche per più tempo) la mostra sulle calzature nel mondo classico e la loro influenza nel cinema e nella moda contemporanea”.
Schmidt è possibilista anche sulla grande mostra dedicata a Raffaello delle Scuderie del Quirinale (si tratta di una rassegna organizzata in collaborazione con gli Uffizi, che hanno prestato ben 49 opere per l’esposizione). Il museo farà dunque tutto il possibile per farla prorogare: “ho già rassicurato il presidente delle Scuderie”, ha dichiarato Schmidt, "che siamo intenzionati a lasciare tutte le nostre opere in mostra, anche molto più a lungo del previsto. Questa è una mostra epocale, e siamo disposti a profondere tutto l’impegno che è necessario per consentire a quante più persone possibili di visitarla dal vivo. Anche perché il Cinquecentario di Raffaello dura fino al 31 dicembre. Metterò personalmente il mio impegno e quello delle Gallerie e anche a motivare altri prestatori a lasciare più a lungo le loro opere. Questa mostra, non mi stancherò di ripeterlo, è centrale per promuovere la conoscenza e la cultura di Raffaello, ed è centrale per l’Italia. Per difenderla, siamo pronti a tutto, ‘whatever it takes’.
Infine, un passaggio sulle attività online: “le visite virtuali in museo non sostituiranno mai le visite reali. Sono due esperienze diverse, che si rafforzano a vicenda. Certo la visita reale deve diventare una esperienza più tranquilla e meditata, non si può venire in museo per fare una foto e scappare. Il cinema non ha distrutto il teatro come si temeva. Sono due forme culturali diverse. Allo stesso modo, nel momento in cui le partite di calcio hanno iniziato a essere trasmesse in tv, questo non ha ridotto gli spettatori negli stadi, anzi, il contrario. Tutte le nostre mostre ed iniziative virtuali sono gratis. Questo non significa che in futuro non si possa pensare ad iniziative virtuali molto speciali e circoscritte, che siano a pagamento, ma questo non potrà mai essere una modalità ordinaria con cui gli Uffizi offrono i loro tesori al pubblico, perché sono di tutti”.
Nell’immagine, Eike Schmidt
Eike Schmidt: “Agli Uffizi nessuno ha perso il lavoro, e le mostre saranno riprogrammate. Per Raffaello faremo il possibile” |