Quattro magnifiche sfingi dalla testa d’ariete sono state trasferite dal tempio di Karnak di Luxor (Egitto) al centro della rotatoria di piazza Tahrir, nella capitale Il Cairo. È questa la singolare mossa del Ministero delle Antichità dell’Egitto per promuovere il turismo in città: il piano ha previsto la risistemazione della rotonda della celeberrima piazza (nota alle cronache internazionali soprattutto in quanto centro delle maggiori manifestazioni di protesta nel paese negli anni scorsi) con un obelisco di granito al centro (si tratta di un’opera risalente all’epoca di Ramsete II, e proviene dal sito di San el-Hagar, nell’Egitto settentrionale), e sui quattro lati le maestose sfingi di arenaria, al fine di rendere l’area più appetibile al turismo. L’obelisco è stato trasferito al Cairo a metà febbraio, mentre nei giorni scorsi è stata completata l’installazione delle sfingi.
Il ministro delle antichità Khaled El-Enany ha spiegato la sua mossa al quotidiano egiziano in lingua inglese Ahram: “quando andiamo nelle capitali europee come Roma, Parigi o Londra, ma anche a Washington, vediamo obelischi egizi che decorano le principali piazze turistiche, perché noi non possiamo fare lo stesso?”. Il ministro ha poi aggiunto che la volontà è quella di “trasformare piazza Tahrir in una delle principali destinazioni turistiche del Cairo e in un mese tutti i lavori di decorazione di questa piazza d’importanza internazionale saranno completati”.
Ovviamente gli archeologi hanno espresso pareri fortemente contrari allo spostamento, ai limiti del disgusto. L’egittologa Monica Hanna ha fatto sapere al Guardian che la comunità degli studiosi si oppone al trasferimento a causa delle “preoccupazioni circa la salvaguardia di questi oggetti dall’inquinamento di piazza Tahrir e circa la minaccia all’integrità storica del tempio di Karnak”. Piazza Tahrir è infatti una delle più frequentate arterie stradali del caotico traffico del Cairo, e in più l’operazione non ha alcuna base storica o scientifica, anzi: il trasferimento è avvenuto in barba a qualsiasi buona prassi di conservazione dell’integrità dei monumenti.
Il parlamentare Ahmed Idris del partito di centro-destra Wafd ha già rivolto un’interrogazione urgente al primo ministro Mostafa Kamal Madbouly per chiedere lumi sul trasferimento. “Questa operazione”, ha dichiarato Idris, “viola tutte le norme internazionali sulla conservazione delle antichità e degli edifici storici, inoltre viola anche la legge egiziana sulle antichità che proibisce l’uso di oggetti antichi per opere di decorazione che potrebbero danneggiare il loro valore storico. L’obelisco e le sfingi saranno esposte all’inquinamento atmosferico e a importanti alterazioni climatiche che sicuramente nuoceranno al loro valore. Sarebbe stato meglio se il ministro prima si fosse consultato coi cittadini di Luxor o avesse organizzato un concorso di idee di design per piazza Tahrir. Oppure, avrebbe potuto chiedere agli scultori egiziani di eseguire delle repliche dell’obelisco e delle quattro sfingi, invece di trasferire gli originali”.
C’è anche chi teme che, in realtà, il nuovo maquillage di piazza Tahrir nasconda un’operazione politica, per cancellare la memoria delle proteste in piazza, in particolare quelle del 2011, ovvero quelle che hanno portato alla fine del regime di Hosni Mubarak. L’operazione, ha detto sempre al Guardian il professor Rabab El Mahdi, docente di scienze politiche alla American University del Cairo, “coprirà la memoria recente, che è ancora viva nelle menti di molte persone, con degli oggetti storici che non hanno alcuna connotazione politica”. Secondo El Mahdi, l’installazione delle sfingi “fondamentalmente non denota alcun rispetto nei confronti delle persone che hanno assistito alla rivoluzione e la vedono come parte della storia contemporanea, alcun rispetto per chi è morto, e alcun rispetto per le antichità”. Il governo egiziano è però intenzionato a portare avanti l’operazione e presto la nuova piazza Tahrir sarà inaugurata.
Nelle immagini di seguito: piazza Tahrir com’è ora e come apparirà alla fine dei lavori, e alcune sfingi del tempio di Karnak simili a quelle trasferite al Cairo (ph. Dennis Jarvis).
Egitto, quattro sfingi da Luxor spostate in mezzo a una rotatoria al Cairo. Gli archeologi sono schifati |