L’Egitto ha annunciato che farà causa alla casa d’aste Christie’s: secondo le autorità del paese africano, la testa del faraone Tutankhamon battuta qualche giorno fa per più di 6 milioni di dollari, sarebbe in realtà un bene trafugato negli anni Settanta. L’opera, una statuetta di quarzite con tremila anni di storia, sarebbe stata infatti rubata da un tempio di Karnak e l’Egitto ne chiede a gran voce la restituzione. “Ci hanno lasciato senza altre opzioni che far valere le nostre ragioni di fronte a un tribunale”, ha dichiarato alla BBC il ministro egiziano delle antichità, Khaled el-Enany. “E faremo di tutto affinché il busto di Tutankhamon torni in Egitto”.
Ovviamente l’Egitto si batte per il rientro della statua fin dal momento in cui ne è stata annunciata la vendita, a inizio giugno. Stando alle ricostruzioni di Christie’s, l’opera sarebbe stata venduta nel 1985 dal mercante tedesco Heinz Herzer al privato collezionista che ne deteneva la proprietà prima dell’asta. Prima ancora, l’opera era in possesso del mercante austriaco Joseph Messina che l’avrebbe comprata nel 1973-1974 dal principe Wilhelm von Thurn und Taxis, il quale a sua volta, spiega sempre la casa d’aste, avrebbe avuto il Tutankhamon fin dagli anni Sessanta.
Stando però alla Association for Research into Crimes against Art (ARCA), Herzer è collegato ad almeno un caso di vendita di opere trafugate, che l’Italia conosce benissimo: si tratta dell’Atleta di Fano, che l’Italia sta insistentemente chiedendo al Getty Museum di Los Angeles e che Herzer, come è noto a chi ha seguito il caso, acquistò nel 1971. La ARCA ritiene inoltre poco plausibile che l’opera sia stata gestita in passato da Messina, proprietario di una piccola galleria, “luogo quanto meno inusuale”, spiega l’associazione, “per possedere una statua egizia di tale rilevanza”. E sempre stando ad ARCA, non ci sono prove del fatto che il Tutankhamon sia stato in passato tra le mani del principe von Thurn und Taxis.
La casa d’aste ovviamente si difende facendo sapere che la ricostruzione è frutto di uno studio accurato che ha stabilito la provenienza legale del bene, e ha rimarcato che Christie’s non si azzarderebbe a vendere opere la cui provenienza non è chiara. Infine, Christie’s ha fatto sapere al quotidiano Artnet News che l’opera in passato è stata esposta più volte senza che nessuno l’abbia reclamata. Gli egiziani sono però risoluti nei loro intenti e hanno manifestato la chiara volontà di portare avanti la faccenda.
Nella foto: la statua di Tutankhamon contesa.
L'Egitto farà causa a Christie's: “testa da 6 milioni passata in asta è un bene trafugato” |