La recente vicenda dei furti al British Museum ha spinto la Grecia a tornare a chiedere con maggior forza la restituzione dei marmi del Partenone. I fatti sono noti: il museo di Londra ha licenziato un suo dipendente a seguito di un altissimo numero di furti avvenuti all’interno del museo, che dovrebbe aver provocato la perdita di 1.500-2.000 oggetti del museo, soprattutto gioielli e reperti archeologici, risalenti a varie epoche (dal XV secolo a.C. fino all’Ottocento). Il dipendente licenziato è Peter John Higgs, curatore di arte greca e romana, dipendente del British da oltre trent’anni, e sospettato di aver rubato per anni all’interno del museo. Molti oggetti, peraltro, sono finiti in vendita su eBay, spesso a prezzi di gran lunga inferiori rispetto al loro reale valore.
A dare nuovamente voce alle richieste della Grecia, a seguito dell’incresciosa vicenda, è la ministra della cultura greca Lina Mendoni, che ha affrontato l’argomento in un’intervista al quotidiano ellenico To Vima. “La perdita, il furto, il deterioramento di oggetti provenienti dalle collezioni di un museo è un evento estremamente grave e particolarmente triste”, premette la ministra. “Quando, infatti, ciò avviene dall’interno , al di là di ogni responsabilità morale e penale, si pone un grosso interrogativo sulla credibilità dell’organizzazione museale stessa. Come ho già affermato, il Ministero della Cultura sta seguendo con grande attenzione lo sviluppo della questione”.
Al momento non è noto se tra gli oggetti rubati figurano anche antichità greche. Il governo greco sta seguendo gli sviluppi. Però solo la notizia pone una importante questione di sicurezza. E non è la prima volta che i reperti antichi si trovano al centro di episodi spiacevoli. “Per quanto riguarda in particolare le sculture del Partenone”, ha proseguito Mendoni, “ricordiamo la situazione altamente problematica dell’acqua piovana nelle sale espositive nel 2019 e nel 2021, che documenta il degrado dell’edificio del British Museum. Tuttavia, nel British Museum i capolavori di Fidia sono stati abusati più di una volta. Dal 1816 e per circa un secolo rimasero esposti non solo all’estremo inquinamento atmosferico di Londra, ma anche a una stanza dove bruciavano carbone in stufe senza camino. Ciò ha provocato l’annerimento della loro superficie e la sua corrosione”. Mendoni cita poi i restauri aggressivi condotti dagli anni Trenta del XIX secolo fino agli anni Trenta del secolo successivo sui marmi greci.
I furti al British, in sostanza, adesso diventano un argomento in più per la Grecia. “Tutto ciò che ho appena menzionato”, conclude infatti Mendoni, “rafforza la richiesta permanente e giusta del nostro Paese per il ritorno definitivo e la riunificazione degli Scultori ad Atene, nel Museo dell’Acropoli”. Il British non ha commentato.
Immagine: Marmi del Partenone, la parte meridionale del frontone est al British Museum. Foto di Brian Jeffery Beggerly
Furti al British, la Grecia torna a chiedere i suoi marmi: “Ora è questione di credibilità” |