Dopo più di 100 giorni di guerra quanti danni ha subito il patrimonio culturale ucraino?


Sono trascorsi ormai più di 100 giorni di guerra in Ucraina dal 24 febbraio: quanti danni ha subito finora il patrimonio culturale? Un progetto di mappatura del Ministero della Cultura permette di farsi un’idea. Sono in tutto 381 i siti finora danneggiati o distrutti. 

Dopo più di cento giorni di guerra, quali sono i danni effettivi subiti dal patrimonio culturale dell’Ucraina? Fin dall’inizio della guerra, i danni ai beni culturali del paese attaccato dalla Russia sono stati mappati in modo capillare da un progetto del Ministero della Cultura dell’Ucraina, Culture Crimes, portato avanti in modalità crowd-sourced, ovvero con aggiornamenti pubblicati sulla base delle testimonianze in arrivo da ogni parte del paese. Il sito del progetto viene aggiornato quotidianamente, in ucraino e in inglese, e contiene un database che include il nome del sito danneggiato, la tipologia, la data della segnalazione e la presunta data del danneggiamento, e anche le fotografie dei danni.

Alla data del 6 giugno, sono segnalati 381 beni danneggiati, 154 dei quali considerati antichi (ovvero risalenti a prima degli anni Cinquanta). Tra i beni vengono compresi anche edifici recenti (alcuni dei quali, soprattutto quelli risalenti a dopo gli anni Cinquanta, sono andati completamente perduti), mentre la maggior parte dei danni riguarda strutture del XIX e del XX secolo. Tra gli edifici di maggior pregio che hanno subito danni figurano l’Hotel Spartak di Mariupol, edificio del 1884, che a causa di un bombardamento ha subito danni sulle facciate, sui tetti, sui soffiti e sugli interni; nell’oblast di Kharkiv hanno subito danni i resti della fortezza di Oleksiyivska, risalente al XVIII secolo e inclusa nella lista dei beni tutelati dallo Stato; a Chernihiv sono stati danneggiati gli altari e alcuni elementi architettonici della chiesa di Sant’Elia, edificio dell’XI-XII secolo, e sempre nella stessa città hanno subito danneggiamenti anche il settecentesco monastero della Trinità e l’annessa chiesa seicentesca (danni anche ai dipinti in essa conservati); a Skovorodynivka un missile ha devastato la casa dello scrittore settecentesco Hrygoriy Skovoroda, che ospita il museo memoriale a lui dedicato; a Kyselivka, nella regione di Mykolayiv, un attacco ha distrutto il tetto e gli interni della chiesa cattolica dell’Immacolata Concezione, edificio del 1852, la chiesa di San Demetrio a Verkhniotoretske (1850-1861). Tra i monumenti moderni più significativi, il caso più noto è il danneggiamento al Memoriale dell’Olocausto “Drobitsky Yar” nel villaggio di Mala Rogan, nell’oblast di Kharkiv (l’obelisco del memoriale è andato parzialmente distrutto).

Sono invece cinque i siti archeologici che hanno subito danni: si tratta di due sepolture a tumulo degli sciti nella regione di Kherson e una nella regione di Chernihiv, il sito di Iskorosten (IX-X secolo), la fortezza di Izium, e un sito archeologico di un insediamento abitato dal I millennio a.C. al XII secolo nella regione di Chernihiv.

Nell’elenco sono compresi anche ventitré musei: hanno subito danni, tra gli altri, il Museo delle Tradizioni Locali di Mariupol (diversi bombardamenti hanno devastato l’edificio, del 1916-1920, mentre non è noto il destino delle collezioni), la Galleria Municipale di Kharkiv (un’esplosione ha danneggiato la facciata e alcuni interni), il memoriale dello scrittore Myhailo Kotsiubynsky a Chernihiv (danni alle pareti, ai soffitti, alle finestre), il Museo d’Arte Regionale di Chernihiv (danni alla facciata, alle finestre e ad alcuni interni), il Museo delle Tradizioni Locali di Sumy (danni a facciata, finestre e soffitti), il Museo delle Tradizioni Locali di Irpin (danni all’edificio), il Museo delle Tradizioni Locali di Makariv (danni a facciate, finestre e interni, nessun problema invece alle collezioni), il Museo d’Arte Kuindzhi di Mariupol (numerosi danni all’edificio, il destino delle collezioni non è noto), il Museo delle Tradizioni Locali di Borodyanka (danni all’edificio e perdite tra la collezione, anche se al momento non note), il Castello Popov di Vasylivka (danni alle mura, una torre distrutta, e secondo alcune informazioni non verificate sarebbe stato oggetto di saccheggi).

Secondo il database, sono due i musei che per il momento sono andati completamente distrutti: uno è il Museo delle Tradizioni Locali di Ivankiv, perso durante un incendio (ne avevamo parlato anche su queste pagine), l’altro è il Museo di Storia di Mariupol, ospitato nella Casa della Cultura “Karl Marx”, il cui edificio è andato distrutto durante un attacco. A proposito di un altro clamoroso caso mediatico, quello del Museo di Storia Locale di Melitopol (molti organi di stampa hanno riportato il saccheggio, da parte dei russi, delle raccolte archeologiche di oggetti sciti), il database sottolinea che si tratta di informazioni ancora da verificare.

Sono per fortuna pochi i siti costruiti prima dell’Ottocento che hanno subito danni (per lo più di lieve entità), anche se si tratta di una magra consolazione, constatando l’estensione dei danni sul patrimonio otto e novecentesco: gli unici ad aver subito danneggiamenti, secondo il database, sono la Fortezza di Oleksiyivska (1731-1742), la chiesa di Sant’Elia di Chernihiv (fine dell’XI-inizio del XII secolo, ha subito fortunatamente danni di lieve entità), il memoriale di Hrygoriy Skovoroda a Skovorodynivka (seconda metà del Settecento), il Maniero Koenig di Trostyanets (fine del Settecento: è noto perché qui per qualche tempo visse il compositore Pëtr Ilič Čaikovskij), il monastero della Trinità di Chernihiv (XVII-XVIII secolo), la Cattedrale della Trasfigurazione di Chernihiv (prima metà dell’XI secolo, ha subito lievi danni alla facciata), la chiesa di Santa Caterina a Chernihiv, la Cattedrale della Trinità di Chernihiv (1679-1695, danni alle antiche pitture murali), l’Accademia Statale di Kharkiv (fine del Settecento). A questi si aggiungono i siti archeologici sopra menzionati.

Tra i teatri e i centri culturali, sono andati compltamente distrutti o quasi la Casa della Cultura di Prudianka, la Casa della Cultura di Merefa, il Palazzo della Cultura “Iskra” di Mariupol e il Teatro dell’Accademia Regionale del Donetsk di Mariupol (1956-1960), altro edificio che ha costituito uno dei casi mediatici più noti della guerra in quanto adoperato come rifugio.

Nell’immagine, i danni alla chiesa di San Demetrio a Verkhniotoretske

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