Quante sono le donne che in Italia si occupano della regia di prodotti audiovisivi, come film, programmi televisivi, prodotti multimediali? Molto poche: sono appena il 15% del totale. È il risultato della ricerca condotta dall’associazione Women in Film, Television & Media Italia, che si batte per la parità di genere nell’industria audiovisiva. L’indagine, prendendo in considerazione i lungometraggi, cortometraggi e documentari prodotti in Italia dal 2008 al 2018, ha confermato la presenza di un profondo divario all’interno del settore dell’audiovisivo per quanto riguarda la regia.
In particolare, come anticipato, solo un 15% (con predominanza di documentari) è attribuibile alla regia di una donna. E la situazione non è cambiata negli anni successivi: secondo la classifica Cinetel relativa al box office del 2019, solo il 13% dei film usciti al cinema in Italia è stato diretto da una regista. All’interno di questo scenario, sono le serie televisive e le premiazioni a fornire, invece, un impulso positivo nel settore, con un trend che punta all’inclusività. I risultati della ricerca sono stati anticipati da Domizia De Rosa, Presidente di Women in Film, Television & Media Italia, al Master Full Time Management del Settore Audiovisivo e Media Entertainment della 24ORE Business School, che si è svolto nella sede di Roma.
“Fin dall’inizio”, spiega Domizia De Rosa, “abbiamo individuato nella formazione l’elemento chiave dell’evoluzione e della rivoluzione, utile per attuare un cambiamento culturale e sociale attraverso una rappresentazione adeguata e positiva della donna nell’immaginario audiovisivo. Il nostro obiettivo è quello di scardinare gli stereotipi e riequilibrare i diritti e i riconoscimenti tra uomini e donne”.
“Parità e libertà in ambito professionale devono essere una possibilità per tutti”, afferma Elena Zarino, Group Content Manager Area Arte, Cinema e Entertainment di 24ORE Business School. “Ogni individuo, donna o uomo che sia, deve avere l’opportunità di scegliere il lavoro più adatto alle sue capacità, inclinazioni, passioni e attitudini senza essere vincolato o limitato dagli stereotipi. E non mi riferisco solo agli stereotipi di ’genere’ che vogliono uomini e donne fisiologicamente e naturalmente più adatti ad alcuni lavori piuttosto che ad altri (la vecchia immagine dell’uomo astronauta e della donna insegnante, per intenderci). Penso anche a quella mentalità che lega il successo professionale a stipendi altri e a ruoli di potere ma che dimentica altri aspetti meno tangibili ma altrettanto importanti. Ogni lavoro deve essere strumento per la realizzazione di sé. Portare questi temi nella formazione è fondamentale se vogliamo avere luoghi di lavoro migliori e più equi”.
Women in Film, Television & Media Italia (WIFTMI) è un’associazione no-profit nata negli anni Settanta negli USA e arrivata in Italia nel 2018 dove è diventata un punto di riferimento nel settore audiovisivo e media. L’obiettivo di WIFTMI è promuovere la parità di genere e combattere i pregiudizi di genere nell’industria dell’audiovisivo e dei media. L’Associazione vuole inoltre incoraggiare e incentivare un cambiamento culturale che porti a una più adeguata e positiva rappresentazione della donna nei contenuti dell’industria audiovisiva. WIFTMI auspica che tale cambiamento arrivi a incidere sui comportamenti quotidiani di tutte e tutti noi grazie alla capacità dell’immaginario audiovisivo di dare forma alla nostra visione del mondo. A questi obiettivi si affianca quello della creazione di un network di professioniste e professionisti che favorisca il dialogo e lo scambio culturale, stimolando un cambiamento anche nelle posizioni e nei ruoli professionali e sociali che le donne ricoprono.
La collaborazione tra 24ORE Business School e Women in Film, Television & Media Italia nasce dalla condivisione di un valore fondamentale, ovvero la formazione, punto chiave per un cambiamento culturale e sociale che consenta di costruire una comunità inclusiva e non discriminatoria, dove la parola possa aprirsi sempre più a un linguaggio binario in modo da riconoscere e legittimare la presenza di tutti, lavoratori e lavoratrici, professioniste e professionisti, manager con pari diritti, opportunità e riconoscimenti in grado di crescere ed evolvere.
Donne registe, in Italia sono solo il 15% del totale. La ricerca di Women in Film |