All’ex Dogana di Terra di Verona nasce il Polo integrato di restauro e diagnostica, studio, ricerca, formazione e valorizzazione dei beni culturali, grazie alla collaborazione tra Soprintendenza, Accademia di Belle Arti di Verona e Comune. A partire dal prossimo semestre e per diciannove anni saranno collocati infatti negli spazi dello storico complesso nel quartiere Filippini i laboratori del corso di Restauro con il suo moderno centro di diagnostica. Un nuovo accordo firmato tra il soprintendente Vincenzo Tinè e il presidente dell’Accademia Marco Giaracuni rafforza quindi la collaborazione tra i due enti, inaugurata un paio d’anni fa, per un uso condiviso degli spazi dell’Ex Dogana.
La Scuola di Restauro dell’Accademia con laboratori e il centro di diagnostica si trasferisce nell’ala destra del complesso dell’Ex Dogana di Terra, di proprietà del Demanio, ma affidata in gestione alla Soprintendenza di Verona. Il nuovo accordo prevede il restauro e la riqualificazione, a cura e spese dell’Accademia su progetto della Soprintendenza, dell’ala destra della Dogana. Con la collaborazione anche dei Musei Civici di Verona, la Dogana di Terra diventa dunque il primo centro integrato per il restauro dei beni culturali della Regione Veneto, con potenzialità didattiche e applicative che vanno dalla pittura ai mosaici, al legno, alla ceramica, ai lapidei.
Questo nuovo accordo “ha lo scopo di ottimizzare l’uso delle reciproche risorse umane e tecniche e le diverse professionalità, valorizzando la ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie”, ha dichiarato il presidente dell’Accademia di Belle Arti di Verona Marco Giaracuni. “La condivisione di spazi e strumenti di lavoro, con la conseguente possibilità di contenerne i costi di gestione e aggiornamento, ha l’ambizione di trasformarsi in un progressivo trasferimento di competenze tra enti, con la possibilità di far convergere l’attività degli studenti in progetti e ricerche di interesse reciproco”.
Il complesso monumentale della Dogana di Terra, realizzato tra il 1745 e il 1748 su progetto dell’architetto Alessandro Pompei, è tra i più significativi esempi di architettura neoclassica in Italia: conserva infatti intatto il quadriportico di 1.200 metri quadrati, strutturato con doppio loggiato su tre lati e colonnato sul lato opposto all’entrata, collegata da arco monumentale alla limitrofa Dogana di Fiume. Di proprietà del Demanio dello Stato è in con segna alla Soprintendenza di Verona fin dagli anni Settanta.
Foto: Accademia Belle Arti Verona
A Verona nasce il primo centro integrato per il restauro dei beni culturali del Veneto |