A Long Beach (California, USA), la direttrice del locale University Art Museum della California State University, Kimberli Meyer, è stata licenziata pochi giorni prima dell’inaugurazione della mostra American Monument, una personale dell’artista Lauren Woods incentrata sulla violenza della polizia, in particolare sulle uccisioni degli afroamericani da parte della polizia: pezzo forte dell’esposizione è un’installazione sonora interattiva con registrazioni audio tratte da procedimenti giudiziari, riprese di testimoni di fatti di cronaca, atti della polizia. Il tutto unito a materiali di supporto come documenti legali associati a ognuno dei casi esposti. Scopo della mostra è anche quello di indagare un particolare aspetto del concetto di legge: “la legge”, ha dichiarato l’artista, “è prodotto di una cultura, e produce cultura. Non vive al di fuori dell’ambito della cultura perché è essa stessa cultura. Così, ho proposto questo progetto in costante sviluppo, questo monumento, affinché serva da strumento che le persone possono utilizzare per contemplare in maniera più profonda e per relazionarsi con il linguaggio e con la produzione di cultura dal momento che ciò riguarda l’applicazione della legge, la violenza strutturale e l’oppressione”.
L’amministrazione del museo non ha offerto motivi precisi in merito al licenziamento di Kimberli Meyer: tuttavia, Cyrus Parker-Jeannette, decano del collegio delle arti dell’Università, in un comunicato ha spiegato che si è trattato di un provvedimento giunto al termine di un lungo processo e che non riguarda la mostra American Monument. Anzi, ha auspicato il decano, “il progetto continua, diretto da Lauren Woods. L’installazione è nata con l’obiettivo di stimolare una discussione aperta e libera. Il nostro campus è un luogo di civile dibattito e di espressione artistica. American Monument è parte di questa cultura”.
Malgrado ciò, Lauren Woods, in un lungo comunicato pubblicato sul sito web della mostra, ha annunciato di voler mettere “in pausa” American Monument come conseguenza del licenziamento di Meyer: questo perché, ha spiegato, il progetto è nato in collaborazione con lei dopo una lunga gestazione, e continuarlo senza una persona che ha contribuito in maniera fondamentale alla sua nascita non è ritenuto opportuno. “Quando Kimberli mi ha invitata a lavorare con lo UAM per produrre American Monument”, ha spiegato l’artista, “ho detto immediatamente di sì, senza esitazioni e senza secondi fini, per tre ragioni principali. Primo, perché con Kimberli Meyer ho una relazione professionale che dura da dieci anni, durante la quale ho potuto saggiare il supporto di Kimberli ad artisti che lavorano su temi politici e la sua abilità nel semplificare contenuti difficili e in conflitto con una posizione di leadership nel mondo dell’arte contemporanea. Secondo, perché sono stata incaricata di ascoltare la sua visione per il nuovo istituto che lei avrebbe diretto, visione che consisteva nell’interrompere in maniera chiara la supremazia dei bianchi, e io ho voluto supportarla in questo sforzo. Terzo, e più importante [...] il contesto stesso dello UAM, ovvero ciò che Kimberli stessa ha riconosciuto come importante: l’università. Come educatrice, sarei negligente se dicessi che l’idea di costruire uno strumento pedagogico insieme agli studenti e per gli studenti non fosse estremamente affascinante per me. Il contesto di un museo universitario per questo lavoro consente l’intersezione di arte e produzione culturale con il pensiero e con la comunità di coloro che imparano. Ho visto dunque il potenziale per una collaborazione unica nel creare un monumento vicino ai giovani che attivamente scoprono e rivendicano il loro posto nel mondo, e che cercano di capire cosa siano il potere e l’autorità”.
L’università, lamenta Woods, ha rimosso il suo “primo e più partecipe collaboratore e assistente istituzionale, qualcuno che fa integralmente parte dell’esistenza di American Monument. Il totale disprezzo da parte dell’istituzione, non solo per l’opera d’arte ma anche per lavoro che è anche più grande della stessa opera d’arte, è difficile da comprendere. Il fatto di rimuovere un partner chiave per questo progetto dalla direzione del museo in questo momento critico e di aspettarsi davvero che questo progetto continui denota una profonda mancanza di comprensione su cosa sia davvero questo lavoro”. Per queste ragioni, Lauren Woods ha infine manifestato la sua volontà di sospendere la mostra. Intanto, è stata anche lanciata una petizione per chiedere il reintegro di Kimberli Meyer.
Nell’immagine, Lauren Woods spiega American Monument.
USA, la direttrice del museo viene licenziata, e l'artista mette “in pausa” mostra sulla violenza della polizia |