Questa mattina è stato presentato a Pisa, a Palazzo Blu, un dipinto inedito di Giacomo Balla che sarà esposto in via eccezionale a partire da sabato 11 gennaio 2020. Si tratta del ritratto di Antonio Pacinotti realizzato dall’artista futurista.
Il quadro raffigura uno dei padri nobili dell’Università di Pisa, è stato eseguito probabilmente intorno alla metà degli anni Trenta ed è firmato. Non si conosce né la data esatta di esecuzione né il motivo; attualmente è di proprietà dell’Università di Pisa, collocato nella Scuola di Ingegneria in via Diotisalvi.
Antonio Pacinotti (Pisa, 1841 – 1912), scienziato, professore universitario, noto per essere stato l’inventore della dinamo e del motore elettrico in corrente continua, è stato professore di Fisica dell’Università di Pisa dal 1881 al 1912 e Direttore del Gabinetto di Fisica tecnologica, sempre dell’Università di Pisa. A soli quindi anni viene ammesso al corso di laurea in Matematiche applicate dell’Università di Pisa; durante la sua carriera, si indirizza verso la fisica e in particolare l’elettrodinamica. Nell’aprile del 1860 realizza il primo prototipo di dinano/motore in corrente continua, la “macchinetta” come lui stesso la chiamò.
Il dipinto di Giacomo Balla ritrae Pacinotti in età avanzata, al suo tavolo di lavoro e, accanto a lui, la sua invenzione più celebre, la dinamo. Il quadro è ambientato nel Gabinetto di Fisica tecnologica che sorgeva in via Santa Maria n. 14, all’interno dell’Istituto di Fisica dell’Università di Pisa, nel quale Pacinotti ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di Fisica tecnologica e meccanica sperimentale. Tra le poche informazioni ad oggi note, sappiamo che l’opera è la fedele riproduzione pittorica di una foto del 1911, presente in una pubblicazione celebrativa del 70° compleanno di Pacinotti e per il 50° anniversario dell’invenzione della dinamo. L’aspetto celebrativo e le caratteristiche stilistiche del dipinto fanno risalire la sua realizzazione agli anni Trenta, prima del 1941, anno nel quale una sua riproduzione compare, per la prima volta, nel libro Antonio Pacinotti nel primo centenario della nascita, pubblicato da Vittorio Emanuele Boccara.
Alcune informazioni storiche permettono di individuare il contesto di committenza dell’opera. Nell’edificio di via Santa Maria, sede del Gabinetto di Fisica tecnologica, si trovava anche l’appartamento dove Pacinotti nacque e visse fino alla morte. E sempre qui, nel 1930, venne fondato il Museo Pacinotti, al fine di raccogliere e conservare i cimeli che gli eredi dello scienziato avevano donato alla Scuola d’Ingegneria. Nell’elenco del lascito non è però citato il quadro, così come nel catalogo della mostra dei cimeli pacinottiani allestita dal 24 maggio al 30 giugno 1934 nell’Aula Magna dell’Università di Pisa, in occasione delle celebrazioni del 75° anniversario dell’invenzione della dinamo. Le celebrazioni solenni presero il via, presso il Teatro Verdi, con la commemorazione presieduta da Guglielmo Marconi. In quell’occasione, il Museo Pacinotti venne dichiarato monumento nazionale e successivamente, nella seconda metà del secolo scorso, i cimeli di proprietà dell’Università di Pisa conservati nel Museo vennero suddivisi tra vari istituti. Dalle ricerche compiute si ipotizza che il dipinto sia stato realizzato nell’ambito della solenne celebrazione di Pacinotti del 1934. Anche l’analisi stilistica del quadro rimanda agli anni Trenta, quando Balla sceglie di tornare a una figurazione tradizionale, lontana dall’avanguardia futurista.
Il ritratto sarà visibile gratuitamente fino a domenica 9 febbraio 2020
Pisa, riemerge un dipinto di Giacomo Balla, inedito: era nascosto nella facoltà d'ingegneria e ora va in mostra |