Si era denudata al Louvre, davanti alla Gioconda di Leonardo da Vinci, lo scorso 24 settembre, bissando una “performance” che aveva già condotto nel mese di aprile: questa volta però, per la 33enne artista e performer lussemburghese Deborah de Robertis si erano aperte le porte del Tribunale. L’accusa alla quale doveva rispondere era quella di “exhibition sexuelle” (“esibizione sessuale”), una sorta di corrispettivo dei nostri atti osceni in luogo pubblico.
Tuttavia, i giudici della corte di Parigi hanno deciso di assolvere l’artista, che si è difesa asserendo che la sua performance intitolata Ma chatte, mon copyright (il termine “chatte”, letteralmente “gatta”, in francese indica l’organo genitale femminile) era un “atto militante e artistico” e non una esibizione sessuale. I giudici hanno rilevato “l’assenza di esposizione di organi genitali”, dal momento che l’artista si sarebbe limitata a mostrare esclusivamente “i peli pubici”. Inoltre la corte ha giudicato che l’atto non aveva connotati di tipo sessuale.
Raggiunta da artnews, Deborah de Robertis ha spiegato che “la corte non può decidere cosa è arte e cosa non lo è, ma ha stabilito che il mio lavoro non poteva costituire reato di esibizione sessuale a causa della sua dimensione politica, militante e artistica. Io ho mostrato l’organo genitale della donna così com’è, con il suo pelo e al naturale, e la mia nudita non è sessuale perché ha come riferimento i nudi artistici”.
Si esibì nuda davanti alla Gioconda: la corte di Parigi la assolve |