La notizia del danno al leone della Fontana dei Quattro Fiumi, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini in piazza Navona a Roma, è purtroppo verissima, e gravi sono le conseguenze: il leone ha infatti perso la sua espressione, e per cinque mesi si è presentato sfigurato agli occhi di romani e turisti. Per fortuna però questa volta lo sfregio non è stato causato da azione umana: la Sovrintendenza Capitolina, infatti, ha chiarito che a causare il distacco della mandibola del leone è stata la rottura di un perno metallico di ancoraggio che si è usurato. E il danno si è verificato lo scorso 18 agosto: i frammenti sono stati recuperati dai tecnici della Sovrintendenza che hanno provveduto a sistemarli in laboratorio in attesa dell’intervento di riadesione, in programma per il 13 gennaio 2021.
Il frammento mancante, ci è stato confermato dalla Sovrintendenza, al momento si presenta scomposto in tre parti. Dopo gli opportuni chiarimenti dei giorni scorsi, in tanti però si sono chiesti perché la Sovrintendenza non abbia mai dato comunicazione del danno, tanto più che interessa uno dei principali capolavori di Roma, nonché una porzione importante del leone, tanto che il distacco lo ha sfigurato: “Va tenuto presente”, fanno sapere dall’ente capitolino in risposta a questa domanda, “che episodi di questo tipo su manufatti storici esposti agli agenti atmosferici non sono poi così inusuali, essendo il deterioramento un fenomeno inevitabile. In questo caso, il danno ha riguardato una piccola parte dell’apparato scultoreo, ed è tecnicamente reversibile”.
Perché sono passati cinque mesi dal danno all’intervento di riadesione? Si tratta sostanzialmente di ritardi dovuti alla nuova ondata dei contagi da Covid-19 partita a fine estate, che ha fatto slittare l’intervento al primo trimestre del 2021. “Le oltre 500 fontane di Roma”, affermano dalla Sovrintendenza, “sono sottoposte a periodici interventi di pulizia delle vasche e delle aree di rispetto nonché di controllo e manutenzione degli impianti idrici da parte del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana che si avvale di ditte specializzate e di ACEA ATO2 per le fontane monumentali dotate di ricircolo. Tali attività vengono svolte d’intesa e collaborazione con gli Uffici della Sovrintendenza Capitolina che effettuano controlli e monitoraggi dello stato conservativo e predispongono interventi più approfonditi di diserbo e lavaggi delle superfici da parte di restauratori specializzati, come i recenti interventi sulle fontane della Bocca della Verità, del Giglio a Villa Doria Pamphilj e sulle fontanelle di Palazzo dei Penitenzieri in via della Conciliazione (oggetto di atti vandalici)”.
La Fontana dei Quattro fiumi è stata restaurata nel 2006-2008 (l’intervento era stato condotto dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di concerto con la Sovrintendenza Capitolina): com’è dunque possibile, si sono chiesti in molti, che in dodici anni si sia già prodotto un danno da usura? “Si tratta di una problematica”, fa sapere la Sovrintendenza, “che nell’ultimo intervento di restauro, non era emersa. Nell’occasione si era valutato lo stato di conservazione della mandibola inferiore del leone, ma non presentava problemi di stabilità. Le parti esposte del perno non apparivano corrose, e in via precauzionale furono comunque trattate con inibitore di ossidazione. È stata consultata la documentazione relativa ai precedenti interventi conservativi a partire dal 1975 fino al 2006-2008, ma non sono state trovate notizie specifiche sull’intervento di imperniazione della porzione lapidea distaccata”.
Infine, qual è al momento lo stato di conservazione del capolavoro berniniano? Intanto occorre specificare che la Fontana dei Quattro Fiumi è comunque monitorata: “In occasione dello svuotamento della vasca della fontana per gli ordinari interventi di pulizia”, dichiara l’ente, “i tecnici della Sovrintendenza eseguono mensilmente un’ispezione ravvicinata delle sculture. Il monitoraggio delle parti alte della scogliera avviene durante gli interventi di diserbo delle piante infestanti, che vengono realizzati con cadenza annuale con l’utilizzo della piattaforma aerea”. Quello che emerge è che “la fontana presenta attualmente fenomeni di degrado differenziati, legati prevalentemente alla presenza dell’acqua (patine biologiche e incrostazioni calcaree)”.
Nell’immagine, a sinistra: il leone integro (ph. Francesco Bini, foto del 2006), a destra il leone senza la mandibola (ph. @larissaromeguide via Instagram, foto del 5 dicembre 2020)
Sul danno al leone di Bernini, la Sovrintendenza: “episodi di questo tipo non sono inusuali” |