Licenziata all’improvviso la direttrice del Centro per l’Arte Contemporanea “Luigi Pecci” di Prato, Cristiana Perrella. In una nota arrivata alle 19:59 di venerdì, il cda della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, ha fatto sapere di aver “deciso di revocare l’incarico di Direttore Generale della Fondazione a Cristiana Perrella, in linea con quanto previsto dal contratto siglato da entrambe le parti il 16 febbraio 2021”. Il Consiglio, si legge nella nota, “ringrazia la Dott.ssa Perrella per il suo impegno e il lavoro svolto in questi anni alla direzione del Centro Pecci e le fa i migliori auguri per la sua futura attività professionale”. È stata già anche avviata la “procedura di selezione per nominare il nuovo Direttore, che è prevista concludersi entro la fine di quest’anno”. La Fondazione ha infine comunicato che la nuova direzione “avrà il compito di rilanciare l’attività del Centro Pecci come punto di riferimento dell’arte contemporanea in Italia”.
Il punto è che Cristiana Perrella non ha preso bene il licenziamento: solo sei mesi fa le era stato rinnovato il contratto fino al 2024. “La chiusura del mio rapporto con il museo, peraltro per modi e termini in grave ed evidente violazione del contratto”, ha dichiarato l’ex direttrice in un’intervista al Tirreno, “è senz’altro frutto di una differenza di visione fra me e il CdA sulla programmazione e la funzione del museo. Ma la maniera inaspettata con cui le cose sono precipitate e i toni usati per comunicare quanto deciso arrecano senza dubbio un danno grave e immotivato a me e al museo. Io posso difendermi, il museo no. Ed è davvero triste che, dopo aver lavorato duramente e con grande entusiasmo insieme al mio team per riposizionarlo sulla scena artistica italiana e internazionale e aprirlo alla città, ora il Pecci debba conoscere, di nuovo dopo la chiusura burrascosa del rapporto con il mio predecessore, un momento di discontinuità e crisi”.
Il quotidiano livornese riporta voci secondo cui il cda avrebbe licenziato la direttrice per il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi. Motivazione tuttavia infondata, secondo Perrella, che fa riferimento alla reportistica delle attività del museo. E adesso, annuncia il ricorso alle vie legali: “Le condizioni di un eventuale mio recesso anticipato, che mi era stato chiesto, erano ancora da definire e, comunque, condizionate a un’evoluzione dei rapporti serena e al mantenimento di rigorose condizioni di riservatezza. Presupposti che il Consiglio non ha rispettato. Il rapporto tra il rinnovo triennale del contratto ed eventuali miei impegni che lo contraddicono sarà comunque questione valutata dai nostri legali”.
“Ho fatto tutto nell’interesse dell’istituzione”, ha poi detto Perrella in un’altra intervista, rilasciata a La Nazione. “Credo di averla resa più vicina alla città, di aver coinvolto nuovo pubblico grazie alla maggiore visibilità del Pecci non solo a livello nazionale. Tutto questo con pochissime risorse e con i conti in ordine. Mi dispiace. Due direttori in pochi anni, forse il problema non siamo io e Cavallucci. Il problema è il Pecci”. Un museo che, stando a quanto Perrella ha dichiarato al Tirreno, “non riesce ad avere un’identità”, e dove “non c’è un progetto politico”. “Inutile pensare ai grandi nomi dell’arte senza soldi e se nemmeno chi abita a Prato ha mai messo piede nel Museo”, ha concluso nell’intervista a La Nazione. “Per le grandi mostre servono risorse che il cda non ha mai portato, servono campagne pubblicitarie importanti, invece non sono stata agevolata e nonostante tutto con il mio team abbiamo realizzato tante mostre e iniziative, anche durante il Covid. Il Museo è dei cittadini, non è né mio né del consiglio, ma è delle persone: evidentemente sfugge questo aspetto. È incredibile come questo luogo non trovi pace”.
Centro Pecci di Prato, licenziata la direttrice Cristiana Perrella. Che medita le vie legali |