Dopo la strigliata dello scorso novembre, il Consiglio di Stato, che aveva chiesto al Ministero dei beni culturali chiarimenti in merito al piano delle gratuità nei musei statali annunciato a settembre dal ministro Alberto Bonisoli, ha espresso infine parere favorevole dopo aver ricevuto le precisazioni richieste, ma ha avanzato comunque alcune importanti osservazioni che in alcuni casi sembrano quasi dei suggerimenti indirizzati al MiBAC.
Nel parere pubblicato il 10 dicembre, Palazzo Spada ha fatto presente che il MiBAC ha meglio precisato i suoi obiettivi, che si concentrano in particolare su questi quattro aspetti: ampliamento delle giornate di libero accesso con razionalizzazione e diversificazione dei relativi periodi, attraverso una maggiore flessibilità dell’offerta basata sulle esigenze dei relativi bacini di utenza; gestione del flusso degli utenti ai fini di una ordinata fruizione dei luoghi di cultura compatibile con la tutela dei beni culturali; valorizzazione dei musei e dei luoghi della cultura meno noti, attraverso il miglioramento delle politiche di incentivazione della fruizione dei musei da parte della collettività; incremento dell’affluenza dei giovani tra i diciotto e i venticinque anni ai luoghi della cultura, attraverso la riduzione del costo del biglietto a due euro.
Sulle modalità di scelta delle giornate gratuite da parte dei direttori, il Ministero ha richiamato il “criterio dominicale in tema di competenze sulla valorizzazione del patrimonio culturale, sancito dalla Corte costituzionale”, ha comunicato che, in caso di mancato raggiungimento dell’intesa tra i direttori e la direzione generale, “si applicano le norme generali dell’ordinamento e in particolare le disposizioni del regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali”, e ha segnalato che “non si registrano negli ultimi anni criticità nel raggiungimento dell’intesa tra i vari uffici ministeriali coinvolti”.
Per quanto riguarda i profili finanziari, si legge nel parere del Consiglio di Stato che “le nuove schede e tabelle prodotte e le relative precisazioni fornite” dal MiBAC “rappresentano in modo sufficientemente chiaro l’impatto finanziario ipotizzato dell’intervento e confermano la considerazione della Sezione secondo cui non si tratta di maggiori introiti, ma di minori costi delle misure stimati in termini di minori introiti”, anche perché, peraltro, è stata trasmessa una nuova tabella di riepilogo nella quale si rappresenta la stima del minor introito derivante dalle ulteriori otto giornate di libero accesso.
Infine, sull’introduzione degli idonei strumenti di monitoraggio, il Ministero “prevede che la Direzione generale Musei predisponga, con cadenza biennale, una relazione al Ministro”. Una relazione che però, si legge nelle ultime righe del parere, è ritenuta del tutto insufficiente dal Consiglio di Stato.
Non tutto infatti è stato ritenuto sufficiente da Palazzo Spada: “appaiono insufficienti”, si legge infatti nel parere, “le risposte fornite in tema di intesa tra le diverse articolazioni del Ministero competenti in materia e di coordinamento con le Regioni e gli Enti territoriali. Invero, il solo ricorso agli ordinari strumenti di coordinamento (disciplina generale e, in particolare, regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali) e al criterio della titolarità o disponibilità del bene non sono sufficienti ad assicurare un adeguato e tempestivo allineamento dei diversi uffici coinvolti in modo da definire un sistema di intervento che tenga conto e componga opportunamente le diverse finalità, istanze e peculiarità, a livello centrale e locale”. Tuttavia, rileva il parere, “occorre anche considerare che il mero richiamo alla possibilità di pervenire alle intese e al coordinamento tra i diversi attori coinvolti non costituisce garanzia dell’effettivo raggiungimento di un’azione coordinata ed efficace”. Così, il Consiglio di Stato ritiene che il MiBAC debba “prevedere idonei criteri, modalità, per assicurare in concreto l’intesa e il coordinamento amministrativo, ai sensi degli articoli 102 e 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, al fine di garantire la migliore fruizione dei beni presenti negli istituti e nei luoghi di cultura, ovviamente nel rispetto dei principi in materia”.
Il Consiglio di Stato considera anche che le disposizioni di cui sopra “non impattano solo sui beni culturali ma si riflettono anche sul mercato del cosiddetto turismo culturale, che presenta rilevanti profili di carattere economico e occupazionale connessi all’imponente numero di visitatori dei luoghi della cultura”, e che, in relazione a questi aspetti, occorrerebbe assicurare “non solo un adeguato ed efficace coordinamento tra i diversi uffici pubblici coinvolti, ma anche una consultazione con i soggetti privati interessati”.
A conclusione, il Consiglio di Stato ribadisce “l’esigenza che lo schema di decreto sia integrato con la previsione di un monitoraggio periodico (annuale) e di una verifica dell’impatto della nuova regolazione alla fine del 2019, attraverso l’aggiornamento con i dati di consuntivo delle stime contenute nelle schede e nelle tabelle trasmesse (relativi al numero dei visitatori non paganti, al totale dei visitatori, alla tariffa media e al totale introiti)”. E ancora, si richiama il MiBAC all’opportunità “di inserire ulteriori strumenti (ad esempio questionari all’ingresso dei visitatori non paganti) che, ad esempio, consentano di rilevare la provenienza dei beneficiari (residenti o turisti), la fascia di età e altri elementi utili a valutare i riflessi sul sistema economico della misura”. Il Consiglio di Stato esprime dunque parere favorevole sullo schema di decreto, ma “con le osservazioni di cui in motivazione”.
Gratuità nei musei, il Consiglio di Stato dà suggerimenti al MiBAC: parere favorevole, ma deve monitorare meglio i risultati |