C’è una tendenza che sta dilagando in Cina tra gli studenti universitari costretti a rimanere nei campus a causa delle restrizioni anti-Covid: sui social è nato infatti uno strano modo di protestare (o di resistere: non è ben chiaro) che si sta diffondendo in tutto il paese. Gli studenti, in particolare, si radunano per gattonare in girotondo: questa la loro forma di protesta, o di resistenza, contro il regime Zero-Covid, che da mesi li costringe a non poter lasciare i campus se non dietro autorizzazione, concessa solo a fronte di ragioni molto forti. Accade soprattutto all’ora del tramonto o di sera, quando gruppi di studenti si ritrovano per gattonare in circolo nei giardini e nei cortili delle università cinesi.
La moda è dilagata al punto che, riporta Gianluca Modolo, corrispondente in Cina di Repubblica, alcune università, come quella dello Zheijiang, stanno vietando la pratica. “Sfiniti dai lockdown e con una grande incertezza sul futuro”, ha scritto in un post Lin Shihou, studentessa dell’Università di Chongqing citata da Modolo, “la perdita di significato si aggiunge al senso di crisi esistenziale dei giovani. Strisciare è un rituale collettivo per liberare la sensazione di essere repressi usando il nonsenso per resistere al nonsenso che ci circonda”.
In tanti si domandano da dove nasca questa bizzarra tendenza: se magari fa riferimento a qualche strana forma di rituale, oppure è un modo per ricordare l’infanzia, o se ancora nasce da un esercizio fisico. La moda, dice Modolo, è partita da un post anonimo pubblicato da uno studente dell’Università di Comunicazione di Pechino. Esiste comunque un preciso precedente “iconografico”, se così vogliamo chiamarlo, inventato da un artista italiano, il modenese Wainer Vaccari, autore di numerose “ronde”, quadri in cui strani personaggi dai tratti somatici orientali si muovono gattonando in cerchio esattamente come fanno gli studenti cinesi. L’immagine di una ronda di Vaccari era stata pubblicata, nel 1996, nel numero 2 di quell’anno della rivista Shijie Meishu (“Arte del mondo”), una delle principali riviste d’arte cinesi del tempo.
L’articolo, intitolato “Giocare nel sé immaginario. La pittura dell’artista italiano Wainver Vaccari”, si domandava cosa stessero facendo i personaggi dell’artista modenese: “questi luoghi - aree specifiche create per la sopravvivenza e per il movimento del corpo, liberate da un destino inspiegabile - qui svolgono un ruolo essenziale nell’atmosfera [...]: l’incomprensibile movimento infinito e le scene chiare e solide fanno in modo che realtà e immaginazione s’incastrino l’una con l’altra come ruote dentate”. Può essere che si tratti solo di un coincidenza, ma chissà che chi si è inventato la moda del gattonare in cerchio non sia qualcuno a cui è capitato tra le mani il numero 2/1996 della rivista Shijie Meishu e, affascinato dal dipinto di Vaccari, non abbia deciso di farlo entrare nella realtà dei nostri giorni...
Nell’immagine sotto: a sinistra, gli studenti cinesi che gattonano. A destra, l’opera di Vaccari pubblicata su Shijie Meishu nel 1996.
Gattonare all'aperto per protesta: e se l'ispirazione arrivasse da un artista italiano? |