È scomparso a Roma, all’età di ottantaquattro anni, l’attore e scrittore Paolo Villaggio (era nato a Genova nel 1932). Ad annunciarlo è stata la figlia Elisabetta con un post su Facebook.
Autore, nel 1971, del libro Fantozzi da cui è stato tratto l’omonimo film (e la seguente saga) che lo ha reso popolare, Paolo Villaggio è stato uno tra i più grandi comici italiani: con i suoi libri e con i suoi film ha dato vita a una comicità che, sempre attraverso l’espediente dell’iperbole, ha tratteggiato in maniera finemente ironica, e per certi versi ancora attuale, vizi e virtù dell’italiano medio. Accanto ai più noti film comici, Paolo Villaggio ha poi ricoperto con successo ruoli di rilievo in film drammatici: si ricordano, in particolare, le sue prove ne Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi, Azzurro di Denis Rabaglia, Heidi di Markus Imboden (dove interpreta il ruolo del nonno della celebre pastorella). Nel 1990 recitò anche per Federico Fellini nel film La voce della luna, che gli valse il David di Donatello come miglior attore protagonista. Tra i suoi riconoscimenti, anche il Leone d’Oro alla carriera del Festival del Cinema di Venezia, ottenuto nel 1992, e ancora il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista per Il segreto del bosco vecchio (1994) e il David di Donatello alla carriera (2009).
Uno solo il film diretto da regista (Fantozzi contro tutti nel 1980, diretto assieme a Neri Parenti). Paolo Villaggio ha svolto anche attività politica: dopo essersi iscritto al Partito Comunista Italiano, si presentò alle elezioni politiche del 1987 come candidato di Democrazia Proletaria e a quelle del 1994 nella Lista Marco Pannella.
Tra le scene memorabili della sua comicità amara e pungente, molte delle quali entrate a pieno titolo nell’immaginario collettivo, abbiamo selezionato quella, tratta dal film Il secondo tragico Fantozzi, in cui accompagna il Duca Conte Semenzara in un’improbabile trasferta nel Principato di Monaco con obiettivo Casinò di Montecarlo.
Ci lascia Paolo Villaggio |