La censura di Facebook sul nudo nelle opere d’arte continua a mietere vittime, e per tale ragione l’Académie des Beaux-Arts di Parigi, storico istituto francese, ha deciso di muoversi in prima persona e di metterci la faccia con una denuncia che in Francia sta facendo discutere. I membri dell’accademia, riuniti in sessione plenaria lo scorso mercoledì, hanno deciso di emanare una nota per evidenziare una situazione che rende sempre più difficile il lavoro di divulgazione dell’arte sui social.
“Dall’Origine du monde di Gustave Courbet alla Libertà che guida il popolo di Eugene Delacroix, dalla Deposizione di Pieter Paul Rubens alle fotografie di Lucien Clergue, fino alla Venere di Willendorf di quattromila anni prima, gli esempi di censure sui social network sono innumerevoli e ostacolano in maniera significativa, ogni giorno un po’ di più, la promozione dell’arte su questi imprescindibili media”, scrive l’Académie in una nota. “Le principali piattaforme di social media hanno infatti introdotto nei loro termini d’uso che ‘la loro politica di distribuzione non permette nudità o nudità suggerita‘ senza che però i pregiudizi dei loro algoritmi facciano differenza tra opere d’arte e selfie o altri scatti personali di nudo messi davanti alla vista di tutti”.
“Questa situazione grottesca”, spiega ancora l’istituto, “esige una reazione legittima da parte dell’Académie des Beaux-Arts, che lancia un appello a porsi la questione sulla libertà della diffusione delle informazioni e sui mezzi da mettere in atto per proteggerla”.
La censura di Facebook, negli anni, ha fatto vittime illustri: non solo quelli citati dall’Académie (fino all’assurdo di censurare una statua preistorica, la Venere di Willendorf, circostanza che ha portato i musei di Vienna ad aprire provocatoriamente un account su Only Fans, o un dipinto che si trova dentro una chiesa, la Deposizione di Rubens, scatenando una simpatica reazione dell’ente del turismo delle Fiandre), ma anche molti altri soggetti (inclusa la nostra rivista: a noi è toccato per un’opera attribuita a Michelangelo), con il caso più grave che ha riguardato Florence Biennale, che si è vista cancellare senza possibilità di appello il proprio account per aver postato un’opera dell’artista spagnola Gloria Marco Munuera in cui si vedeva un seno nudo. In Italia di recente è nata l’iniziativa #StopBanningArt, una galleria di immagini censurate negli anni da Facebook. Si moltiplicano, insomma, le voci di chi protesta contro le censure imposte all’arte. Nella speranza che qualcosa possa cambiare.
Ancora censure di Facebook sulle opere d'arte: appello dell'Académie des Beaux-Arts |