La casa d’asta Sotheby’s ha venduto all’asta a New York per quasi 35 milioni di dollari l’opera Covoni a Giverny (1893), in francese Meules à Giverny, dell’artista impressionista francese Claude Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926). Le prestigiose case d’asta Christie’s e Sotheby’s hanno inaugurato lunedì le loro vendite di primavera nella metropoli statunitense, con un clima di fiducia dopo i positivi esiti ottenuti a Londra e Parigi, a seguito del calo del mercato mondiale dell’arte del 2023.
Nella serata di mercoledì, Sotheby’s (sotto la proprietà del miliardario franco-israeliano Patrick Drahi), ha annunciato la vendita online, telefonica presso la propria sede a Manhattan di circa cinquanta dipinti di arte moderna, per un totale di 235 milioni di dollari. Tra questi il dipinto di Claude Monet è stato venduto “in una guerra di offerte di otto minuti” per 34,8 milioni di dollari, ha detto un portavoce di Sotheby’s. Inoltre un’opera della anglo-messicana Leonora Carrington (Lancaster, 1917 – Città del Messico, 2011) ha battuto il record d’asta dell’artista: il suo dipinto ’Les Distractions de Dagobert’ è stato venduto infatti per 28,5 milioni di dollari a un acquirente “nella stanza dopo una battaglia di dieci minuti”.
A differenza di tutti i dipinti su questo soggetto eseguiti in precedenza, il presente lavoro e due composizioni direttamente correlate sfruttano appieno le rivelazioni sulla manipolazione delle superfici che Monet ha scoperto nella sua serie incentrata sulla Cattedrale di Rouen, che ha iniziò nel 1892 e terminò nel 1894. Monet trovò la sua ispirazione nei campi adiacenti alla sua casa a Giverny. Questi grandi covoni di grano erano tipici della Francia del nord: gigantesche strutture coniche impilate in modo tale da consentire agli steli di asciugarsi e prevenire la formazione di muffe prima della separazione del grano dallo stelo mediante una trebbiatrice. Non tutti i villaggi agricoli avevano una propria trebbiatrice e l’attesa perché una di queste macchine raggiungesse un luogo specifico spesso richiedeva mesi: il grano tagliato in estate poteva rimanere nella sua ordinata catasta fino a gennaio o febbraio dell’anno successivo. La forma dei covoni peraltro variava da regione a regione.
Il soggetto del covone era apparso nelle tele di Monet già a metà degli anni Ottanta dell’Ottocento. Fu nel 1888 che Monet iniziò a collocare questi covoni di grano come motivo centrale di una composizione e poi nel 1890-91 Monet completò quella che è comunemente considerata la sua prima serie sul tema. Meules à Giverny, insieme ad altre due opere, fu completato nel bel mezzo dei dipinti della cattedrale nel 1893. Questo fu l’ultimo momento in cui Monet si dedicò completamente al soggetto dei grandi covoni.
L’opera venduta da Sotheby’s peraltro ha una provenienza definita “leggendaria” dalla casa d’aste. Appena due anni dopo la sua realizzazione, l’opera in esame fu acquistata dall’artista Dwight Blaney durante un viaggio a Parigi. Riportando Meules à Giverny negli Stati Uniti, Blaney prestò quasi immediatamente il dipinto al Museum of Fine Arts di Boston. Continuò a prestare il dipinto, anche alla mostra di Monet del 1905 alla Copley Society di Boston, dove era esposto insieme a decine di altre opere dell’artista. La residenza estiva di Blaney sull’Ironbound Island nella Frenchman’s Bay del Maine fu una calamita per gli artisti dell’epoca, incluso il suo caro amico John Singer Sargent, che dipinse Blaney in diverse occasioni. Blaney tenne Meules à Giverny per tutta la vita. Poco dopo la sua morte nel 1944, John Hay Whitney acquistò questo dipinto per la sua straordinaria collezione. Da vent’anni l’opera faceva parte di una collezione privata e raramente è stata esposta al pubblico.
Immagine: Claude Monet, Covoni a Giverny (1893; olio su tela, 65,5 x 100,2 cm)
Monet venduto all'asta per 34,8 milioni di dollari da Sotheby's |