È stato trovato un capitello in stile corinzio in seguito alla segnalazione di un pescatore che avrebbe notato il reperto sulla spiaggia di Levante nel tratto immediatamente antistante l’area archeologica della Villa di Tiberio. Nella giornata di venerdì 9 marzo, l’Assessorato ai Beni culturali del Comune di Sperlonga, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone Latina e Rieti, ha recuperato il reperto sulla spiaggia di Sperlonga.
I primi studi effettuati hanno portato tante ipotesi sul reperto, la più accreditata delle quali è che si tratti del frutto di importazioni, o prodotto da officine presenti in Italia ( in questo caso parliamo dell’80 o 70 a.C.) oppure lavorato in Grecia (e in questo caso ci troveremmo nel I sec d.C).
Secondo l’archeologo Francesco di Mario, il capitello “rimarca il legame di questa terra con la cultura greco-romana. Basti pensare al mito di Ulisse e di Enea diffuso lungo le nostre coste o alla residenza imperiale di Tiberio”.
Come illustrato dalla Sovrintendenza: “è questa una variante del capitello corinzio ‘classico’, sviluppatasi in ambiente attico e non molto frequente in occidente, con il kalathos rivestito da baccellature che sembrano emergere da una sola corona di foglie d’acanto”. Un altro punto fermo è che la parte superiore ha visto la luce parecchie volte prima che fosse trovato dal pescatore Francesco Rendinaro, come dimostrano le diverse sfumature della superficie del marmo, da una parte più lucente e dall’altra più opaca .
Nelle prossime settimane ci saranno studi più approfonditi per sapere qualcosa di più preciso sul misterioso capitello, oltre che un’attività di restauro e valorizzazione. Si valuterà anche l’ipotesi di effettuare ulteriori scavi nella zona del ritrovamento.
Gli abitanti di Sperlonga hanno chiesto che alla fine delle operazioni di restauro il capitello torni nella cittadina in provincia di Latina, considerata uno dei più bei borghi d’Italia, un po’ come successo nel lontano 1957 , quando i cittadini , in particolare le donne, riuscirono ad evitare che gli importanti resti archeologici (identificati con la Villa di Tiberio) ritrovati in seguito ai lavori della via Flacca, andassero ad arricchire qualche collezione della Capitale e che invece ora sono custoditi nel Museo Archeologico di Sperlonga.
Fonte: La Repubblica Roma
Nell’immagine, il capitello in una fotografia pubblicata su Instagram dall’Associazione Culturale Arcadia.
Capitello corinzio trovato a Sperlonga. In corso gli studi sulla sua provenienza |