Probabilmente ricorderemo questa pandemia per le pubblicità da coronavirus tutte identiche, tutte ugualmente fastidiose e retoriche, tutte ferme all’anno zero dell’ispirazione e della creatività. Per intenderci: quelle con la musichetta emozionale, le famigliole che si tengono per mano o che cucinano (mai qualcuno che legga un libro: il Covid-19 ha prodotto la più copiosa generazione di panificatori da quando l’uomo ha scoperto che poteva nutrirsi di frumento), i bimbi che corrono sulla spiaggia, gli onnipresenti medici e infermieri da défilé, che nelle pubblicità sono tutti sempre bellissimi e non hanno mai un capello fuori posto, quelli che cantano e suonano dai balconi (già insopportabili a metà marzo), coi messaggi fuori campo che ci dicono quanto siamo importanti, e che loro sono sempre stati e staranno sempre al nostro fianco (e non importa se parliamo di sughi all’arrabbiata, di polizze assicurative o di divani industriali: per qualche motivo, sembra che abbiano accompagnato le nostre vite fin dalla nascita).
Ma c’è comunque chi si è distinto senza scadere nella banalità: la Durex, per esempio, che è tra le aziende più all’avanguardia in Italia sull’instant marketing, già a inizio aprile aveva evidentemente intuito che molti italiani hanno approfittato della segregazione forzata per approfondire la propria cultura. Ed è così che i noti produttori di preservativi si sono inventati una campagna comunicativa, lanciata sui social, che ha rivisitato quattro capolavori dell’arte, di grandi maestri (la Notte stellata di Vincent van Gogh, l’Urlo di Edvard Munch, l’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci e La persistenza della memoria di Salvador Dalí) in formato... Durex. Ovvero, i protagonisti sono stati trasformati in condom.
Ecco qui di seguito i quattro capolavori sfoderati dalla Durex. La campagna è intitolata Durex incontra i grandi maestri dell’arte. Con sottotitolo: “ma stranamente non Pollock”. Ovviamente non dobbiamo spiegarvi perché non abbiano voluto imbattersi nel genio dell’espressionismo astratto. Ecco qua i quattro dipinti a misura di profilattico, con relative descrizioni.
“La notte focosa” di Vincent van Settebello |
“L’urlo (di gioia)” di Edward Sync |
“Condom Vitruviano” di Love da Vinci |
“Sospensione infinita del tempo e del piacere” di Salvador De MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili) |