Si temeva che fosse andato perso nell’incendio che ha distrutto il Museo Nazionale di Rio de Janeiro agli inizi di settembre, ma in realtà lo scheletro di Luzia, ovvero lo scheletro umano più antico di tutta l’America Latina, forse potrà essere ricomposto: se non in tutte le parti in cui era noto, almeno in gran parte. La buona notizia è arrivata nelle scorse ore dal Brasile: i tecnici al lavoro tra le macerie del museo hanno infatti ritrovato diversi frammenti di Luzia (si stima che almeno l’80% dello scheletro è già stato identificato), e tra questi anche il cranio dello straordinario fossile. Le speranze di chi pensava di ritrovarlo erano dunque ben riposte.
Luzia era considerata uno dei principali reperti della vastissima collezione del Museo Nazionale di Rio, che prima dell’incendio era costituita da venti milioni di pezzi. “Il cranio”, ha dichiarato fiducioso Alexander Kellner, direttore del museo, al quotidiano Globo, “è stato ritrovato in frammenti. Ma abbiamo già recuperato praticamente tutto il cranio, l’80% dei frammenti è già stato identificato e possiamo aumentare questo numero”.
Nell’immagine: il cranio di Luzia
Museo Nazionale di Rio, recuperati frammenti di uno dei più preziosi reperti, lo scheletro di Luzia |