Singolare protesta nella giornata di Natale davanti alla Pinacoteca Nazionale di Bologna: un presidio del tutto inedito per motivazioni e per tempistiche, perché da quel che si ricorda mai i lavoratori di un museo si erano mobilitati nella giornata del 25 dicembre. Il personale ministeriale ha occupato ieri il portico di Via delle Belle Arti, dove si trova l’ingresso della Pinacoteca, dalle 9 alle 12 della mattina di Natale per protestare contro l’apertura straordinaria per la festività natalizia fortemente voluta dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, e anche per solidarizzare con i colleghi assunti dal museo tramite Ales SpA, la società in-house del Ministero della Cultura.
Diversi lavoratori di Ales si vedranno infatti trasferire all’improvviso dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna ad altre sedi di lavoro, principalmente fuori regione. Stando a quanto fanno sapere i lavoratori mobilitati, la comunicazione del trasferimento imminente è arrivata con pochissimo preavviso (e cioè il 19 dicembre) e riguarda otto degli attuali nove dipendenti Ales in forza presso il museo: quattro saranno spostati su Firenze, tre rimarranno in Pinacoteca fino a fine febbraio in previsione di un successivo trasferimento a sede da definirsi, mentre una aveva già visto approvata la propria richiesta di trasferimento a Roma; la nona lavoratrice era a tempo determinato e non vedrà, quindi, prorogato il proprio contratto.
“La Pinacoteca Nazionale di Bologna ha finora ricevuto dei finanziamenti dalla Direzione Generale Musei per coprire i costi destinati al personale Ales SpA, che svolge mansioni legate alla fruizione e all’accoglienza in supporto al personale ministeriale, da tempo in carenza di organico”, spiegano le lavoratrici e i lavoratori della società soggetti al trasferimento. “Questi finanziamenti, a quanto pare, verranno meno a partire dal 2024 e la direzione museale dichiara di non poter continuare la collaborazione con Ales SpA per ragioni economiche, in quanto il budget del museo non sarebbe sufficiente a conservare i nostri posti di lavoro. L’unica soluzione che ci è stata prospettata è un trasferimento fuori regione, cioè un radicale stravolgimento delle nostre vite”.
I lavoratori che hanno tenuto il presidio non hanno lavorato ma, fa sapere l’associazione Mi Riconosci che ha appoggiato la protesta, il museo ha aperto lo stesso: stando a quanto riferisce l’associazione, la stessa direttrice della Pinacoteca, Maria Luisa Pacelli, si sarebbe messa in biglietteria e “un mix di persone reclutate da altri istituti e esterni precari hanno permesso la parziale apertura”. “Come Mi Riconosci”," dichiara Lucrezia Martufi, attivista dell’associazione, “appoggiamo la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici. Ci chiediamo quale sia il senso di forzare un’apertura straordinaria a Natale per un museo pesantemente sotto organico (gli ultimi scorrimenti della graduatoria AFAV non sono comunque sufficienti a garantire il personale necessario), con numerosi posti di responsabili di Area e Ufficio vacanti nell’organigramma e, all’apparenza, neppure nelle condizioni di poter sopperire alle proprie carenze ricorrendo a personale esterno”. In effetti, in tutta la mattina si è visto alla Pinacoteca un solo visitatore, secondo quanto riferiscono i lavoratori del presidio. Insomma, non si può dire che a Bologna l’apertura straordinaria per Natale sia stata un gran successo.
Bologna, a Natale i lavoratori della Pinacoteca Nazionale hanno protestato davanti al museo |