Bio restauro con tecniche sostenibili per la Madonna del parto di Jacopo Sansovino


Presentato oggi a Roma il restauro conservativo della Madonna del parto di Jacopo Sansovino custodita nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio. Un intervento all’insegna di tecniche sostenibili e all’avanguardia. 

È stato presentato oggi a Roma il restauro conservativo della cosiddetta Madonna del parto, monumento in marmo realizzato da Jacopo Sansovino custodita nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio. Si è trattato di un intervento all’insegna di tecniche sostenibili e all’avanguardia che ha permesso di restituire la leggibilità al capolavoro di Jacopo Sansovino. Promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma, il restauro è stato realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo nell’ambito di Restituzioni, il programma della Banca per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali del nostro paese.

“La Soprintendenza è da sempre in prima linea nei restauri dei capolavori delle chiese romane, eseguiti con grande competenza e allo stesso tempo con i metodi più innovativi, per restituire e valorizzare dipinti e monumenti”, ha spiegato Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “In questa occasione si sono messe insieme grandi professionalità, anche grazie alla comunione di intenti e di vedute con Intesa Sanpaolo, per la prima volta impegnata a Roma in un restauro monumentale”. L’intervento, condotto dalla restauratrice Anna Borzomati, è durato sei mesi e ha visto l’impiego congiunto di metodologie e indagini non tradizionali: un vero bio restauro, rispettoso della materia su cui agisce, dell’ambiente e della salute sia del restauratore sia dell’osservatore dell’opera all’interno di uno spazio chiuso come quello di una chiesa.

La delicata fase di rimozione dei depositi di olii, cere, proteine e resine sintetiche, che deturpavano il marmo bianco di Carrara con evidenti macchie di colore bruno, è stata compiuta con l’utilizzo di batteri, un metodo sperimentale nel campo del restauro. Il progetto è stato corredato dall’impiego di una dettagliata fase di documentazione grafica realizzata grazie alla creazione di un modello 3D.

“Per la prima volta sosteniamo a Roma il restauro di un importante bene monumentale che si aggiunge alle opere, custodite in musei e chiese della capitale, che sono state recuperate negli anni grazie a Restituzioni, a difesa di un patrimonio ricco di testimonianze identitarie per l’intero Paese”, ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. “Siamo lieti di collaborare con la Soprintendenza Speciale di Roma, affiancandola nell’impegnativo compito di conservare e valorizzare le bellezze artistiche della città, in coerenza con l’attenzione della Banca alla sostenibilità e alla cultura, due pilastri del nostro lavoro a servizio delle comunità”. La Madonna del parto è una delle poche opere del Rinascimento italiano capace di conservare, ancora nel XXI secolo, un forte carattere devozionale, per il suo legame con l’esperienza della maternità. Non è raro assistere all’omaggio di fedeli che, inginocchiati, pregano e depositano ex voto. Ricorrenti pratiche votive che, soprattutto nel passato, hanno provocato pesanti depositi sulla superficie della scultura con un evidente deterioramento dell’opera di Sansovino.

Il gruppo scultoreo venne commissionato nel 1516 e venne ultimato da Sansovino nel 1521. È scolpito in un unico blocco di marmo di Carrara bianco cristallino, a grana fine e caratterizzato da venature tendenti al grigio. Si sviluppa nel complesso per circa 181 centimetri in altezza, per 115 in spessore e circa 100 in larghezza. Nell’opera si notano influenze classiche e contemporanee, ma non mancano influenze di Michelangelo e di Raffaello.

Il restauro del gruppo scultoreo di Jacopo Sansovino raffigurante la Madonna col Bambino è stato caratterizzato dalla collaborazione di diversi enti di ricerca, impegnati nello studio preliminare e nell’applicazione di tecnologie biosostenibili ed ecocompatibili.

Al momento del restauro l’opera si presentava talmente deteriorata da richiedere un intervento conservativo immediato. L’intero monumento, compresi i due stemmi laterali della famiglia Martelli, mostrava un pesante imbrunimento, esteso a macchia sulla superficie marmorea, dovuto alla consuetudine dei fedeli di toccare la superficie con l’olio sacro presente nei lumini posti lì accanto. Una pratica devozionale resa lecita dalla bolla papale di Pio VII che, nel 1822, accordò l’indulgenza a chi avesse baciato le due sacre immagini. Una consuetudine che, nel tempo, ha causato l’usura e la perdita di parte del marmo del piede della Madonna, reintegrato nella prima metà del Novecento con una lamina d’argento ancora presente. Durante gli interventi ottocenteschi, che hanno visto la Basilica riempirsi delle ricche e articolate decorazioni parietali di Pietro Gagliardi, vennero realizzati in marmi policromi l’attuale basamento e il panchetto ai piedi del monumento. A quest’epoca sembrano risalire anche le finiture in foglia d’oro di tutto l’apparato architettonico che accoglie il gruppo scultoreo della Madonna con il bambino, che presentavano evidenti segni di degrado. Le abrasioni e i numerosissimi graffi presenti sulla superficie marmorea sono stati, invece, causati da un’altra, diffusa, pratica devozionale che, come documentato dalle foto storiche, si svolgeva in occasione di particolari eventi liturgici e consisteva nel “vestire” le due figure con corone, collane, bracciali e pendenti, alcuni fissati a ganci metallici sul retro delle statue. Infine, sempre nel Novecento sono stati applicati, rispettivamente sulla veste della Madonna e sul Bambino, una cinta e un gonnellino, entrambi in lamina d’argento che, in accordo con la direzione scientifica del restauro, è stato deciso di rimuovere definitivamente per restituire una immagine del gruppo scultoreo il più possibile coerente con le intenzioni del suo creatore.

Il restauro

L’intervento, durato sei mesi, si è articolato in tre fasi: la prima è iniziata con un approfondito studio diagnostico, finalizzato all’individuazione delle sostanze compenetrate nel marmo e causa delle numerose macchie bruno arancio che deturpavano le superfici del monumento. I risultati delle indagini hanno consentito di elaborare un intervento che ha visto l’impiego combinato di metodologie tradizionali, come miscele di solventi organici, e tecniche innovative, quali l’utilizzo di agenti biologici pulenti. Nella seconda fase l’utilizzo dei solventi organici è stata la base per la successiva applicazione della biologia al restauro: in via di sperimentazione da circa vent’anni, la biopulitura (e in generale il biorestauro) si pone come una valida alternativa alle metodologie tradizionali, per l’assoluto rispetto della materia su cui agisce, dell’ambiente e della salute dell’uomo, sia esso restauratore o semplice osservatore dell’opera all’interno di uno spazio chiuso come quello di una chiesa. Prevede in pratica l’utilizzo di microrganismi che, attraverso l’azione metabolica rimuovono, mangiandole, le sostanze incoerenti sull’opera d’arte non intaccando la materia di cui è composta. Per l’intervento sul monumento di Sansovino sono stati selezionati, all’interno di alcune centinaia di specie, quattro tipi di microrganismi: ceppi batterici che, una volta inglobati in un gel polisaccaride, sono stati applicati alternati tra loro e per più volte sulla superficie da trattare. Al Laboratorio OEM dell’Enea si deve sia la selezione che la ripetuta coltura dei batteri, necessaria per la vita estremamente breve di questi microrganismi. La terza e ultima fase del restauro ha visto l’impiego della strumentazione laser per la rimozione delle incrostazioni sulle dorature, restituendo alla partitura architettonica e decorativa che circonda il gruppo scultoreo il raffinato gioco di rifrazioni, tra luce e ombra, ricercato nella sistemazione ottocentesca del monumento. Infine, con l’impiego di un sistema digitale sono stati inseriti in un modello tridimensionale la documentazione, i dati scientifici delle indagini preliminari e una relazione delle attività di restauro: informazioni che saranno utili per la gestione, la manutenzione e i restauri futuri. Questa documentazione, corredata da mappature, specifici punti d’interesse, documenti di archivio, indagini e particolari fotografici, verrà messa a disposizione su internet e sarà possibile accedervi dal portale della Soprintendenza Speciale di Roma.

Bio restauro con tecniche sostenibili per la Madonna del parto di Jacopo Sansovino
Bio restauro con tecniche sostenibili per la Madonna del parto di Jacopo Sansovino


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