Biennale, polemica per il Padiglione Venezia senza statuto: personalità della cultura scrivono al Comune


Monta la polemica a Venezia per il Padiglione della città alla Biennale: diverse personalità della cultura hanno scritto al Comune per chiedere che il Padiglione Venezia si doti di statuto e affidi la curatela tramite bandi. Il Comune però non risponde e allora i firmatari decidono di aprire una discussione pubblica.

Una lettera inviata al Comune di Venezia per chiedere l’apertura di un dialogo sul Padiglione Venezia alla Biennale, ovvero il padiglione di proprietà della città, che si trova ai Giardini assieme agli altri padiglioni nazionali. Diverse personalità della cultura di Venezia, tra cui lo scrittore Tiziano Scarpa, le galleriste Michela Rizzo e Alberta Pane, la direttrice della GAM di Torino Chiara Bertola, gli artisti Maria Morganti e Thomas Braida, si sono riunite in un’associazione, Venezia c’è, e si rivolgono direttamente al sindaco e ai suoi collaboratori della Direzione Sviluppo e Promozione, alla Cultura, alle Attività Culturali e al Servizio di Produzioni Culturali del Comune per chiedere che il Padiglione Venezia si doti di un proprio statuto e comitato scientifico, esattamente come accade al Padiglione Italia, con bandi curatoriali annuali, e mettendosi in relazione con le realtà locali e internazionali che operano a Venezia.

La prima missiva è stata mandata al sindaco Luigi Brugnaro e ai suoi collaboratori già lo scorso 8 marzo, anche se i firmatari della lettera lamentano di non aver ricevuto nessuna risposta dall’amministrazione. Adesso hanno dunque deciso di far diventare la questione un caso pubblico, anche per aprire un dialogo con la cittadinanza, e chiedono almeno una discussione in Consiglio Comunale.

“Come gruppo di cittadini e cittadine, rappresentanti a vario titolo dell’ecosistema culturale veneziano”, esordiscono i firmatari, “ci rivolgiamo a Voi per proporvi una riflessione e instaurare un dialogo volto a estendere e sviluppare il lavoro svolto finora dalla vostra Amministrazione all’interno del Padiglione Venezia ai giardini della Biennale. Come Voi ben sapete e sostenete, negli ultimi dieci anni, il fermento culturale della Città Metropolitana è in crescita ed espansione. Nuove realtà come spazi espositivi, fondazioni, programmi formativi, centri di ricerca interdisciplinari, gallerie private, studi d’artista, e associazioni aperte tutto l’anno e gestite da persone che risiedono in città svolgono un prezioso lavoro – spesso poco visibile – contribuendo significativamente alla creazione e al mantenimento di un sistema vitale tramite lo scambio tra artisti, operatori e pubblico. Grazie a questo tessuto socioculturale, la città si sta progressivamente aprendo a esperimenti innovativi in direzione di un avvicinamento tra le istituzioni culturali cittadine di respiro internazionale e il panorama artistico locale a testimonianza del fatto che la produzione artistica in questo territorio è qualitativamente rilevante e merita di essere sostenuta sia a livello produttivo che espositivo”.

“Per assecondare questa tendenza virtuosa”, continua la lettera, “riteniamo urgente innescare una riflessione corale che arricchisca l’impegno dimostrato dal Comune con il progetto Artefici del nostro tempo, per sviluppare una serie di misure volte a rafforzare il ruolo del Padiglione Venezia come spazio espositivo di primo piano nella rappresentazione del contesto culturale cittadino sensibile ai linguaggi del contemporaneo e aperto al mondo”.

“Riteniamo per questo che il Padiglione debba dotarsi di uno statuto ufficiale, che chiarifichi i criteri della propria missione culturale adeguando il proprio funzionamento a quello degli altri padiglioni nazionali – in particolare il padiglione Italia. A tal fine riteniamo necessaria la creazione di un comitato scientifico che restituisca l’eterogeneità del sistema culturale cittadino nell’ottica di dialogo plurale. Questo organo avrebbe la funzione di redigere un bando volto alla selezione di un progetto curatoriale all’anno – secondo l’alternanza Arte / Architettura – il cui scopo principale sarebbe rivolto all’interpretazione innovativa e alla valorizzazione della produzione culturale emergente della città. In questo modo, chiunque – senza limiti di età o nazionalità – sarebbe messo nelle condizioni di approfondire e sviluppare sistemi narrativi capaci di restituire la vitalità propria dell’ecosistema culturale cittadino nella sua eterogeneità”.

Nella foto: il Padiglione Venezia

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