Australia, un giudice emette sentenza contro un museo per aver... discriminato i maschi


In Australia, un giudice ha emesso una sentenza contro il museo MONA di Hobart (Tasmania) a causa di una installazione che fa entrare solo le donne. Sarebbe un caso di discriminazione contro i maschi, secondo il giudice. Ecco cosa è accaduto.

Strano a dirsi, ma è successo davvero: in Australia un museo è stato colpito da un provvedimento giudiziario per aver discriminato il proprio pubblico maschile. È successo a Hobart, in Tasmania, dove il Museum of Old and New Art (MONA) è stato costretto dal giudice ad aprire anche ai maschi il Ladies Lounge, una sala riservata alle donne, presentata come una installazione dell’artista e curatrice Kirsha Kaechele. Si tratta di una sala, aperta nel 2020, che accoglie alcune delle opere più note del museo (si va da lavori di Pablo Picasso a Sidney Nolan), ed è stata progettata per ribaltare gli stereotipi: l’ispirazione è giunta dal caso di un pub australiano che, fino al 1965, escludeva le donne. Il museo ha pensato di fare il contrario, ovvero di escludere i maschi, con l’intento di far capire agli uomini come si sentano le donne in un mondo che è ancora colmo di pregiudizi nei loro confronti. L’installazione, si legge nel sito del MONA, “è ispirata alla bisnonna di Kirsha: una scandalosa mondana che organizzava feste per sole donne nelle sue tenute di Beverly Hills e Basilea coinvolgendo una flotta di maggiordomi devoti, vini di 400 anni e la visita occasionale di Pablo Picasso (tieniti stretto il tuo champagne e caviale: diversi Picasso di inestimabile valore arredano il lounge del MONA, frugati nella soffitta della bisnonna). La lounge è uno spazio tremendamente lussuoso nel nostro museo in cui le donne possono concedersi stuzzichini decadenti, bevande fantasiose e altri piaceri signorili, ospitate e intrattenute dal favoloso maggiordomo. E come sempre accade con le cene e le feste di Kirsha, tu partecipi a quella che lei vede come l’arte stessa, parte di un’installazione vivente”.

Il MONA di Hobart
Il MONA di Hobart
Il Ladies Lounge
Il Ladies Lounge

L’installazione non è stata però gradita da un residente del Nuovo Galles del Sud (uno degli Stati dell’Australia) che ha visitato il museo tasmaniano nell’aprile dello scorso anno durante un soggiorno sull’isola. Vistosi bloccare alla porta, ha pensato di citare il museo in giudizio, sostenendo che il MONA avrebbe violato le leggi australiane contro la discriminazione, poiché non gli avrebbe fornito una fornitura di beni e servizi equa, non essendo lui in grado di poter vedere le opere, pezzi unici, esposti nella sala. Il museo aveva però risposto sostenendo che il divieto d’accesso in cui era incappato il signor Lau faceva parte di un’opera d’arte, e che le leggi della Tasmania consentono la discriminazione nel caso in cui questa sia progettata per promuovere le pari opportunità per le comunità storicamente svantaggiate. Al dibattimento in aula ha preso parte anche Kaechele, che ha sostenuto che negare agli uomini l’ingresso nella sala è parte dell’opera d’arte per dar loro un assaggio delle discriminazioni e dell’esclusione che molte donne hanno sperimentato nel corso della storia, e ha affermato di credere che le donne “meriterebbero sia uguali diritti che privilegi speciali sotto forma di diritti iniqui” come mezzo di riparazione per le ingiustizie storiche, “per almeno 300 anni”.

Il giudice Richard Grueber del tribunale civile e amministrativo della Tasmania, nella sua sentenza, ha dato ragione al visitatore, respingendo l’argomentazione del MONA: secondo lui, non risulterebbe evidente come sia possibile raggiungere l’obiettivo di promuovere le pari opportunità impedendo agli uomini di osservare le famose opere d’arte conservate nel Ladies Lounge. Secondo Grueber, “se il Ladies Lougne fosse un club per sole donne, potrebbe essere in grado di funzionare legalmente”, ma a suo avviso non è questo il caso. Inoltre, il giudice ha stabilito che la legge non consente la discriminazione per scopi artistici. Il giudice ha dunque dato al museo 28 giorni di tempo per consentire l’accesso al Ladies Lounge a tutte le “persone che non si identificano come donne”. Tuttavia, Kaechele ha già fatto sapere che, in caso di sentenza favorevole al visitatore, farà chiudere il Ladies Lounge, dal momento che “non accadrà che venga aperto agli uomini”. Il museo, dal suo canto, ha risposto in maniera laconica ma molto esplicita, pubblicando sul proprio account Instagram l’immagine di un guanto in velluto verde, sullo sfondo del Ladies Lounge, che alza il proprio dito medio.

Nella foto: il Ladies Lounge del MONA.


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