Ancora limitazioni (contro la legge) sulle foto negli archivi: la denuncia dell'ANAI


L'Associazione Nazionale Archivistica Italiana invia un comunicato per denunciare che in alcuni archivi non viene ancora applicata la legge che consente la libera riproduzione fotografica dei documenti d'archivio.

L’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) ha inviato alla stampa un comunicato per denunciare le situazioni di mancata applicazione della legge 124/2017, che consente agli studiosi di scattare fotografie ai documenti d’archivio in modo gratuito, purché non allo scopo di lucro. L’ANAI, su segnalazione di diversi studiosi, rileva tuttavia come in alcuni archivi vengano ancora poste delle limitazioni. Di seguito il testo completo del comunicato:

L’Anai, fin dall’approvazione della mozione del Consiglio superiore per i beni culturali del 16 maggio 2016, aveva espresso piena soddisfazione per l’esito del lungo iter che, con la legge 124/2017, ha finalmente reso gratuite e libere da autorizzazione preventiva le fotografie con mezzo proprio in archivi e biblioteche per fini diversi dal lucro, allo scopo di promuovere la ricerca storica venendo incontro ad esigenze fortemente sentite dalla comunità degli studiosi.

La circolare 33 della Direzione Generale Archivi ha regolato gli aspetti applicativi del nuovo regime, predisponendo in particolare un modello autodichiarativo che l’utente è chiamato a sottoscrivere al termine delle riprese con mezzo proprio per dichiarare di aver agito in ossequio alle norme in materia di tutela fisica, diritto alla riservatezza e diritto d’autore.

Giungono alla nostra Associazione, tuttavia, allarmate segnalazioni da parte di studiosi dalle quali si viene a conoscenza che in alcuni istituti vengono ancora poste in essere alcune limitazioni che, nei fatti, continuano a impedire all’utenza di avvalersi del mezzo proprio per le riproduzioni del materiale già concesso in consultazione in via ordinaria.

Condividendo contenuto e spirito del comunicato di “Fotografie libere per i Beni Culturali” del 21/12/2017 e del Coordinamento delle Società Storiche del 19/02/2018, al fine di garantire la più uniforme e corretta applicazione della L. 124/2017, l’Anai auspica, offrendo la propria collaborazione, che si addivenga alla formulazione di linee di indirizzo che disciplinino in modo chiaro e non equivoco la riproduzione con mezzo proprio dei beni archivistici e bibliografici partendo, ad esempio, da esempi virtuosi e da buone pratiche che pure non mancano nel panorama degli istituti di conservazione, così da rendere operativo il principio dell’allineamento tra consultazione e riproduzione sancito dalla citata mozione del Consiglio Superiore Mibact del 16 maggio 2016.

Il sostegno all’attività di ricerca, obiettivo primo della liberalizzazione, concorre a rinsaldare quel vincolo fiduciario che dovrebbe unire utenza e amministrazione, il quale è anche premessa indispensabile per garantire la sopravvivenza nel tempo degli stessi archivi quali centri di promozione attiva del sapere.

Roma, 5 marzo 2018

Il Direttivo nazionale Anai

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Ancora limitazioni (contro la legge) sulle foto negli archivi: la denuncia dell'ANAI


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