Mentre l’anno si sta per chiudere, quali sono stati i dieci fatti più discussi e controversi di questo 2019? Abbiamo provato a stilare una classifica, dalla decima fino alla prima posizione.
10. L’inchiesta sui professionisti della cultura in Italia
Sfruttati, malpagati, senza contratto. L’inchiesta del collettivo Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali fotografa la situazione dei professionisti della cultura in Italia: la metà di loro guadagna meno di 8 euro l’ora, e meno di 850 euro al mese, con un 38% del totale che addirittura in dichiarazione dei redditi ha cifre inferiori ai 5mila euro. La ricerca si è chiusa il 30 settembre 2019 e ha raccolto testimonianze di 1.546 lavoratori. Qui la storia completa.
Restauratrice al lavoro. Ph. Credit Manfred Glössl |
9. Bonisoli lancia la sua riforma (poi smontata dal suo successore)
Una “controriforma” del Ministero dei Beni Culturali che introduce un forte centralismo, concede poteri inediti al segretario generale, toglie l’autonomia a diversi musei, ne accorpa altri su base interregionale. Il ministro Alberto Bonisoli è al centro delle polemiche in estate: il cambio di governo porterà poi Dario Franceschini nuovamente ai beni culturali, e il successore, dopo aver riportato il turismo nell’alveo delle competenze del ministero dei beni culturali, smonterà pezzo per pezzo le novità di Bonisoli. Qui il nostro editoriale sulla riforma Bonisoli.
Il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli |
8. Il bando per i 1.052 addetti all’accoglienza
Ancora un fatto tutto italiano: il ministero lancia il bando per i 1.052 addetti alla fruizione, accoglienza e vigilanza (AFAV). La partecipazione è altissima (arrivano 209.729 domande) e le polemiche, sensate o meno, sono molte, da quelle sui titoli d’accesso a quelle sugli enormi ritardi con cui vengono comunicate le date delle prove di preselezione (il concorso è bandito in agosto e le date sono comunicate a dicembre). Erano tre anni che il MiBACT non bandiva un concorso. Qui la storia completa.
Concorso pubblico |
7. La performance di Banksy a Venezia
Che lo si voglia considerare un artista o un simpatico buffone, Banksy fa sempre discutere, anche quando tenta di sabotare l’attenzione mediatica per la Biennale di Venezia dando vita a una performance che stigmatizza la presenza delle grandi navi nel bacino di San Marco. Per qualche ora, tutto il mondo parla della sua ennesima trovata, che cattura l’attenzione di pubblico e testate in ogni continente. Dopodiché, si può tornare a parlare d’arte. Qui la storia completa.
La performance di Banksy a Venezia |
6. Nasce il Tinder dei musei
In Francia tre imprenditori lanciano Muzing, il Tinder dei musei: una app che vuole facilitare gli incontri tra appassionati d’arte, consentendo a chi lo desidera di fare nuove amicizie o di trovare l’anima gemella. L’eco della notizia è enorme: non sarà la scoperta del secolo, ma di sicuro ci ha fatto divertire. Qui la storia completa.
Arriva Muzing, il Tinder dei musei |
5. Il Memoriale di Auschwitz lancia un appello contro le foto inappropriate
Fa discutere, a marzo, l’appello del Memoriale di Auschwitz, che se la prende con i visitatori che fanno foto stupide nei luoghi in cui persero tragicamente la vita centinaia di migliaia di innocenti. Si scatena però la polemica: le foto stupide sono mancanza di rispetto della memoria, oppure un modo per esorcizzare quanto avvenuto, un inno alla libertà finalmente conquistata, e quindi in certo modo anche una sorta di bizzarro omaggio alle vittime? La discussione si accende. Qui la storia completa.
Una visitatrice di Auschwitz in equilibrio sui binari della ferrovia che conduceva al campo di sterminio |
4. Il Padiglione della Lituania vince il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia
Una finta spiaggia allestita dentro un magazzino vicino all’Arsenale: è l’opera con cui il Padiglione della Lituania si presenta alla Biennale di Venezia, stravincendo e ottenendo plausi ovunque. L’opera vincitrice s’intitola Sun & Sea (Marina), è realizzata dalle artiste Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite, e si aggiudica il Leone d’Oro. Non mancano però le discussioni. Qui il nostro parere sull’opera.
Il padiglione della Lituania alla Biennale di Venezia 2019. Ph. Credit Andrea Avezzù. Courtesy La Biennale di Venezia |
3. Il prestito dell’Uomo vitruviano al Louvre
La polemica dell’anno in Italia è quella sul prestito dell’Uomo vitruviano al Louvre per la grande mostra che celebra il cinquecentenario della scomparsa di Leonardo da Vinci. Il governo sovranista non vuole concederlo alla Francia, più per ragioni politiche che per ragioni scientifiche. La comunità scientifica, dal suo canto, s’interroga sull’opportunità di prestare un disegno così delicato sottoponendolo a un viaggio per una mostra che potrebbe anche farne a meno. Il Tar del Veneto sospende il prestito, poi respinge il ricorso di Italia Nostra. Alla fine Franceschini accorda il prestito. Qui un riassunto della vicenda.
Leonardo da Vinci, Le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio - “Uomo vitruviano” (1490 circa; punta metallica, penna e inchiostro, tocchi di acquerello su carta bianca, 34,4 x 24,5 cm; Venezia, Gallerie dell’Accademia) |
2. Che fine ha fatto il Salvator Mundi?
Ancora Leonardo da Vinci è il grande protagonista del 2019. L’opera più cara del mondo, il Salvator mundi attribuito al genio toscano e costato ben 450 milioni di euro, è svanito nel nulla. Nessuno sa che fine abbia fatto. Doveva andare in mostra al Louvre Abu Dhabi, alla fine non se ne farà niente. Tutto il mondo si chiede che fine abbia fatto. A fine anno, gli autori del libro L’affare Modigliani, Claudio Loiodice e Dania Mondini, nel loro volume riportano un’indiscrezione secondo la quale l’opera sarebbe ben custodita in un caveau di Ginevra. E nel frattempo, un’autorevole esperta di Leonardo, Carmen Bambach, sostiene che l’opera sia quasi tutta di Boltraffio. Qui la storia.
Leonardo da Vinci (attribuito), Salvator Mundi (1499 circa; olio su tavola; 65,6 x 45,4 cm; Collezione privata) |
1. La banana di Cattelan
Probabilmente il grande mattatore del 2019 è Maurizio Cattelan: l’eco di Comedian, la banana attaccata col nastro adesivo a una parete dello stand di Perrotin ad Art Basel Miami, è mostruosa. Tutti ne parlano, anche chi non s’interessa d’arte la conosce, è oggetto di migliaia di meme, e nel frattempo si accende il dibattito sul suo significato e sulla sua posizione nel percorso dell’artista (oltre che nella storia dell’arte). Di sicuro è un’opera che ricorderemo a lungo, anche più di altre invenzioni dell’artista padovano. Qui le principali posizioni della critica sull’opera.
Maurizio Cattelan, Comedian (2019; banana e nastro adesivo) |
Arte e beni culturali, i 10 fatti più discussi e controversi del 2019 |