Una vasta operazione del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, dietro coordinamento della Procura di Crotone, ha portato all’esecuzione di 23 misure di custodia cautelare (in Calabria ma anche all’estero) contro i presunti componenti di un’attività criminale attiva nella gestione del traffico di beni archeologici provenienti da scavi clandestini: i reperti venivano poi illecitamente inviati in Italia e all’estero. In tutto sono 123 le persone indagate, tra cui quattro soggetti domiciliati all’estero. Le indagini sono state avviate nel 2017 e grazie al lavoro dei Carabinieri sono stati recuperati diversi reperti, per un valore di diversi milioni di euro. In virtù del fatto che l’operazione ha riguardato anche alcuni paesi stranieri, i Carabinieri si sono avvalsi della collaborazione di Europol ed Eurojust.
I siti che, secondo gli investigatori, hanno subito l’esportazione illecita dei beni, sono quelli di Cirò Marina, Capo Colonna, Castiglione di Paludi e Cerasello. Altri scavi clandestini sono stati condotti in diverse proprietà private situate nelle province di Crotone e Cosenza. I tombaroli eseguivano le operazioni con ruspe e sofisticati metal detector. Le indagini sono partite da alcune segnalazioni della soprintendenza che aveva individuato strani crateri in alcune aree archeologiche: una presenza poi effettivamente accertata grazie all’uso di droni, che hanno anche documentato l’attività dei tombaroli.
“Grazie a sofisticate tecniche investigative e alla collaborazione di Europol e delle forze di polizia estere competenti, in Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Serbia”, ha dichiarato il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, “il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha condotto a termine con successo una vasta operazione di contrasto al traffico illecito di reperti archeologici dalla Calabria al Nord Italia e verso l’estero recuperando migliaia di beni e sequestrando materiali utilizzati per gli scavi clandestini. Un’operazione che dimostra ancora una volta l’eccellenza del Comando dei Carabinieri che opera dal 1969 a difesa del patrimonio culturale italiano. A loro, alla Procura Crotone che ha diretto le indagini e a tutti i soggetti che vi hanno partecipato va il plauso del governo italiano”.
Calabria, 23 arresti per traffico di beni archeologici da scavi clandestini |