Una lettera al ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, per chiedere l’apertura di un dialogo sul settore delle gallerie d’arte, duramente colpito dalla chiusura degli spazi espositivi e dalla sospensione degli eventi fieristici: è l’iniziativa dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (ANGAMC), l’unica associazione nazionale di settore, che lamenta anche il fatto che la crisi si sia sommata a problemi derivanti da quelle che l’organismo ritiene “norme restrittive e anacronistiche che non trovano corrispondenza nei concorrenti paesi esteri”.
L’ANGAMC vuole richiamare l’attenzione del governo sulla necessità di dare risposte concrete e immediate alla filiere artistica e in particolare al sistema delle gallerie: altrimenti, senza azioni, molti artisti e molte gallerie non sopravviveranno. In Italia ci sono circa 500 gallerie d’arte che realizzano ogni anno 5.000 mostre e dànno lavoro a 10.000 persone, a cui occorre aggiungere l’indotto spesso generato nel settore del turismo. Una chiusura prolungata, lamenta l’ANGAMC, mette in discussione la riapertura di molte gallerie, dal momento che la maggior parte di esse sono piccole imprese con lavoratori dipendenti e reti di artisti che fanno affidamento solo sui ricavi generati dalle vendite.
La proposta dell’ANGAMC, sottolinea il presidente Mauro Stefanini, è quella di concedere alle gallerie esenzioni, momentanei blocchi dei pagamenti di mutui e utenze, proroga dei pagamenti F24 e altre eventuali imposte, e riprendere il dialogo su temi che la categoria ritiene strategici: ART Bonus, IVA primo mercato, IVA importazioni, SIAE e diritti di seguito.
“Se non sarà intrapresa alcuna azione”, si legge nella missiva, le gallerie “non sopravvivranno” e “molti artisti rimarranno primi di supporto mettendo così a rischio il loro contributo culturale, sociale ed economico di cui le gallerie sono portatrici”. Un problema è anche l’annullamento di molte fiere: “la prospettiva sempre più concreta di posticipare e annullare le principali manifestazioni fieristiche del settore, nazionale e internazionale, sta generando nella categoria una diffusa preoccupazione”, nell’ipotesi di drastici cali di fatturato.
“È importante e necessario”, scrive ancora l’ANGAMC, “che la politica comprenda che le importazioni di opere d’arte, la loro circolazione, la facilità di scambio e l’attrattività che il mercato opera nei confronti degli operatori stranieri sono tutte attività che porterebbero benefici estremamente positivi, in termini economici, al mercato interno assicurando all’Italia un ruolo da protagonista in Europa e nel mondo. Non favorire tutto questo significa avvitarsi in una spirale recessiva riducendo le entrate fiscali dello stato. È doveroso pertanto per ANGAMC, nel rispetto degli associati e di tutta la categoria, richiamare l’attenzione del Governo sulla necessità di dare risposte forti e concrete alla filiera artistica e in particolare al sistema delle gallerie. Siamo di fronte a una condizione complessa che può essere affrontata solo con strumenti di portata strategica, predisponendo azioni che consentano l’immediato avvio d’investimenti e interventi non appena l’emergenza terminerà”.
“ANGAMC”, conclude la lettera, “è pronta disponibile a dare tutto il suo supporto all’esecutivo e per questo si auspica e già richiede l’apertura di un tavolo di confronto post emergenza”.
Nella foto: lo stand di ANGAMC all’edizione 2019 di Arte Fiera a Bologna.
Le gallerie d'arte scrivono a Franceschini: “senza azioni, artisti e gallerie non sopravviveranno” |