Il microbiologo Andrea Crisanti, divenuto celebre fin dagli inizi dell’emergenza Covid (suo il progetto di tracciamento degli abitanti di Vo’ Euganeo, che insieme a Codogno è stato il primo comune colpito dal morbo, e poi volto noto delle ospitate televisive) ha comprato un’importante villa veneta, Villa Priuli Custoza, storico edificio situato a San Germano dei Berici, in provincia di Vicenza. La villa fu progettata alla fine del Cinquecento dal più grande allievo del Palladio, Vincenzo Scamozzi (Vicenza, 1548 - Venezia, 1616), noto soprattutto per aver realizzato le scenografie del Teatro Olimpico di Vicenza.
Si tratta di un immobile di 2.430 metri quadri con 12.500 metri quadri di esterni: l’elegante e sobria facciata presenta un portico sormontato da un timpano, oltre a un frontone con cuspidi, tipiche del linguaggio scamozziano. Restaurata di recente, era in vendita presso un’agenzia specializzata in residenze di lusso (Lionard Luxury Real Estate), al prezzo di 2 milioni di euro: il complesso della villa vede 8 camere da letto, 7 bagni, 4 saloni, mobilia e finiture di pregio, una foresteria da 60 metri quadri, un granaio da 600 metri quadri, una tinaia, giardini all’italiana, 350 metri quadri di cantine, persino un oratorio e una grande barchessa da 500 metri quadri.
L’acquisto del pregiato immobile ha subito scatenato un’onda di polemiche, dal momento che molti hanno accusato Crisanti di aver acquistato la villa con il presunto denaro guadagnato grazie alle ospitate tv durante le emergenze (quindi, in sostanza, l’accusa è quella di aver lucrato sulla disgrazia). Crisanti però ha respinto al mittente tutte le accuse, affermando, in un’intervista a Repubblica, di averla pagata in realtà molto meno di 2 milioni di euro (c’è stata una lunga trattativa con l’agenzia) e di averla pagata in parte con i risparmi di una vita e in parte con un muto. “Sono un professionista di 67 anni, qualcosa nella vita l’avrò pur guadagnato”, ha detto. “E comunque non conta tanto quello che uno guadagna, ma quanto uno spende. Io e mia moglie abbiamo sempre condotto una vita semplice, senza tanti viaggi e lavorando tanto”. La moglie, Nicoletta Catteruccia, è capo dipartimento di un ospedale di Londra.
Crisanti ha spiegato di non aver guadagnato alcunché dall’emergenza: “Io non faccio nessuna attività privata”, ha spiegato, “tutti i soldi che guadagno con le consulenze, li devolvo al Dipartimento. Proprio per evitare situazioni equivoche, mi sono imposto di non guadagnare neanche un quattrino con la pandemia. Mai fatto comparsate a pagamento, mai preso soldi per il Covid”.
Il microbiologo dell’Università di Padova ha spiegato che la scelta di acquistare la villa scamozziana deriva da una sua passione per questo tipo di architetture. “Durante il liceo ero appassionato di storia dell’arte e in particolare di Palladio. Questa villa è stata realizzata da Scamozzi, che era allievo di Palladio. Ci sono collegamenti culturali che per noi sono importanti. Ecco, è stata una scelta culturale”. Secondo Crisanti, la sua scelta è stata “un atto di coraggio: quella villa era abbandonata da 10-15 anni. Mi sento di fare una cosa buona per la valorizzazione del patrimonio artistico del Veneto. Questa regione ha bisogno di persone che apprezzano e valorizzano certe meraviglie”.
La villa, ha fatto infine sapere Crisanti, potrà anche essere aperta al pubblico, nonché alle scolaresche: il progetto è infatti quello di rendere possibili visite guidate. “L’obiettivo”, ha concluso, “è quello di restituire questa villa storica alla comunità”. Ha espresso soddisfazione Assocastelli, l’associazione dei gestori e proprietari di immobili d’epoca e storici: “in Veneto ci sono attualmente in vendita circa cinquecento tra palazzi e ville, molte della quali si trovano in condizioni di abbandono, degrado ed incuria. Pertanto l’iniziativa dei signori Crisanti-Catteruccia può rappresentare un esempio positivo”. L’associazione ha chiamato Crisanti “auspicando che nel futuro della villa sia inclusa la fruibilità e la sua valorizzazione”.