La Lega entra nel governo della Sicilia: al partito di Salvini l'assessore alla cultura, ecco chi è


Alberto Samonà, della Lega, è il nuovo assessore alla cultura della regione Sicilia. Il Carroccio per la prima volta nella storia entra in giunta regionale.

Dopo polemiche durate diversi giorni, la Regione Sicilia ha un nuovo assessore alla cultura, in quota Lega: è il palermitano Alberto Samonà, classe 1972, giornalista e scrittore, consigliere della Fondazione Piccolo di Calanovella, nonché responsabile del settore cultura della sezione siciliana del partito di Matteo Salvini. A lui andrà dunque la poltrona dell’assessorato regionale ai beni culturali e all’identità siciliana. Il nome di Samonà è stato annunciato ieri dal presidente della regione, Nello Musumeci. “Alberto Samonà”, ha scritto, “è la giusta sintesi della militanza politica e della competenza professionale. Lo conosco da anni e sono certo che saprà svolgere con passione il ruolo che, di intesa con il suo partito, ho voluto affidargli”.

La scelta di conferire alla Lega (che entra per la prima volta nella storia nella giunta dell’isola) l’assessorato alla cultura, ufficializzata lo scorso 12 maggio, era stata fortemente criticata in Sicilia: scongiurato il rischio, paventato da molti, che in regione piombasse un assessore di origini settentrionali (nei primi giorni circolava il nome del lombardo Stefano Candiani, che nelle prime fasi sembrava il più papabile, ma aveva smentito nelle ore che avevano seguito le prime voci sulla sua eventuale nomina), rimane il fatto che secondo molti osservatori la scelta è poco opportuna, da un lato perché la Lega non ha ottenuto risultati esaltanti alle ultime elezioni regionali, del novembre 2017 (i leghisti si erano presentati uniti a Fratelli d’Italia sotto un’unica lista, “Alleanza per la Sicilia”, che aveva ottenuto il 5,6% dei voti e 3 seggi nel consiglio regionale, sul totale dei 29 riservati alla maggioranza), e dall’altro per l’aspetto simbolico di conferire un assessorato dal forte valore identitario (tanto che è stato chiamato “ai beni culturali e all’identità siciliana”) a un politico che è espressione di un partito che col Meridione non ha mai avuto ottimi rapporti, almeno in tempi “storici”, e che continua ad avere una dirigenza composta da politici settentrionali.

Samonà, accogliendo la nomina, ha tuttavia preferito smorzare le polemiche. “Questa scelta”, ha dichiarato, “mi rende veramente orgoglioso perché sono legato da sempre alla mia terra, e se sono rimasto in Sicilia è perché credo in questa isola e, nonostante avessi avuto delle opportunità di andare via, sono rimasto con convinzione e con il cuore c’è ancora molto lavoro da fare, ed io sono pronto a fare la mia parte e dare in maniera convinta il mio contributo. Le critiche di queste ore rivolte alla Lega le prendo come uno stimolo e come un suggerimento e consiglio per ascoltare anche chi la pensa diversamente da me. Anche coloro che abbiano un pregiudizio a monte nei nostri confronti. Ma ribadisco farò di tutto per ascoltare tutte le voci del mondo della cultura che troppo spesso anche la politica in maniera sorda non ha recepito”.

Nella foto: Alberto Samonà con Matteo Salvini

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