La Danimarca finanzia scavi Foro di Cesare alla ricerca di resti Tempio di Venere


Sono iniziati oggi gli scavi sul lato orientale del Foro di Cesare: si cercano resti del Tempio di Venere.

Sono partite oggi le operazioni di scavo archeologico sul lato orientale del Foro di Cesare, volte all’ampliamento dell’area archeologica di quest’ultimo e al possibile recupero delle membrature architettoniche ancora sottoterra, dove si potrebbero trovare sepolte parti del Tempio di Venere Genitrice e del portico orientale della piazza. 

Le indagini sono condotte dalla Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con l’Accademia di Danimarca, che ha donato 1.500.000 euro grazie alla Fondazione Carlsberg di Copenaghen e alla Aarhus University Research Foundation. La prima fase delle indagini era stata presentata nel 2017, in occasione della visita a Roma della regina di Danimarca Margrethe II e anche questa seconda fase rientra negli accordi stipulati in quell’anno tra la Sovrintendenza Capitolina e l’Accademia di Danimarca. 

Le operazioni di scavo sono state precedute da un programma di ricerche allo scopo di conoscere le varie fasi di vita del complesso monumentale, attraverso indagini d’archivio, catalogazione e studio dei reperti, in particolare ceramici, rinvenuti negli scavi del 1998-2000. Nell’inverno del 2019 è stata compiuta una pulizia preliminare dell’area, grazie alla quale sono stati messi in luce resti di strutture murarie pertinenti ai piani terra degli edifici moderni (XVI-XX secolo) demoliti negli Anni Trenta del secolo scorso per l’apertura di via dei Fori Imperiali. Il primo lotto di scavo è stato finanziato per 428.000 euro, impiegati per indagare ulteriori 400 metri quadrati del complesso forense su una superficie totale di 13.300 metri quadrati del Foro di Cesare. In questa nuova fase, le indagini archeologiche proseguiranno nell’area individuata nel 2019: si prevede di concluderle nel mese di agosto 2021. 

“Roma ci riserva continue sorprese” ha commentato la sindaca Virginia Raggi. “L’avvio degli scavi del Foro di Cesare ci consente di riportare alla luce diverse fasi di vita di questo antico settore urbano che presenta una stratificazione molto ricca, come emerso dalle indagini condotte dalla Sovrintendenza negli ultimi decenni. Ringrazio Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II e l’Accademia di Danimarca per questo importante atto di mecenatismo. Con il sostegno di tutti, continuiamo a scoprire la nostra storia”. 

“La ripresa degli scavi al Foro di Cesare è una nuova tappa del percorso di conoscenza e di valorizzazione di una delle aree archeologiche più importanti al mondo, dal 2019 aperta al pubblico in modo stabile. Grazie all’Accademia di Danimarca per questo importante contributo economico e scientifico” ha aggiunto la Sovrintendente Capitolina Maria Vittoria Marini Clarelli.

“Siamo molto lieti dell’avvio dei lavori in cui ha partecipazione attiva l’Accademia di Danimarca a Roma, la Fondazione Carlsberg, la Aarhus University Research Foundation e il Centre for Urban Network Evolutions (UrbNet) diretto dalla Professoressa Rubina Raja” hanno dichiarato la direttrice dell’Accademia di Danimarca a Roma Charlotte Bundgaard e il direttore scientifico del progetto di ricerche e scavi archeologici presso il Foro di Cesare per conto dell’Accademia di Danimarca a Roma Jan Kindberg Jacobsen. “Contribuiremo alla ricerca con grande entusiasmo. Tale occasione è gradita per ringraziare la Sindaca Virginia Raggi, la sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli e in particolar modo il direttore di scavo Claudio Parisi Presicce e la sua équipe per aver accolto la collaborazione italo-danese in questo progetto di indubbio valore scientifico in ambito internazionale, motivo di grande orgoglio per le istituzioni culturali danesi”.

Infine la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo ha commentato: “Lo scavo del Foro di Cesare costituisce una nuova importante occasione di ampliamento della conoscenza dell’area forense nella sua integrità. Scopo condiviso con Roma Capitale da sempre è quello di restituire al pubblico e alla comunità scientifica un viaggio nella storia di Roma attraverso le scoperte che la ricerca archeologica è in grado di restituire”.

Ph.Credit 

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